Notizie recenti riportano un evento inquietante: un ex agente di polizia russo condannato per l’omicidio della giornalista Anna Politkovskaya è stato graziato dal presidente Vladimir Putin in cambio della sua mobilitazione in Ucraina. Questa decisione ha generato polemiche e ha scatenato forti reazioni da parte della famiglia del giornalista e di diverse organizzazioni per i diritti umani.
L’omicidio di Anna Politkovskaya nel 2006 ha scosso la Russia e attirato l’attenzione internazionale. Come giornalista investigativa impegnata, ha denunciato gli abusi commessi durante la guerra in Cecenia e ha criticato apertamente il regime in vigore. Il suo assassinio rimane uno dei tanti crimini irrisolti contro gli oppositori del potere russo.
Sergei Khadzhikurbanov, l’ex agente di polizia condannato per il suo coinvolgimento nell’omicidio, avrebbe dovuto scontare una pena detentiva di vent’anni. Tuttavia, è stato graziato dal presidente Putin dopo essersi unito alle forze russe impegnate in Ucraina. Il suo avvocato ha rivelato che aveva firmato un contratto per partecipare a queste operazioni e che al termine del suo impegno è stato graziato.
Questa grazia presidenziale ha scatenato un’ondata di rabbia e indignazione. La famiglia di Anna Politkovskaya, così come il giornale per cui lavorava, hanno denunciato questa decisione come una “mostruosa ingiustizia arbitraria” che dissacra la memoria della giornalista assassinata. Anche organizzazioni come Reporter Senza Frontiere (RSF) hanno condannato il cinismo del presidente russo.
È importante sottolineare che questa pratica di graziare i criminali condannati in cambio della loro partecipazione ai conflitti militari non è isolata. Molti detenuti russi hanno firmato questo tipo di contratto per unirsi a gruppi paramilitari, come il gruppo Wagner. Questi uomini furono usati come carne da cannone sui fronti più pericolosi, con la promessa di riconquistare la libertà al termine del loro impegno.
Questa politica, ammessa pubblicamente dal Cremlino, ha suscitato forti critiche. Alcuni lo vedono come un modo per consentire ai criminali di “lavare via” i loro crimini combattendo sul campo di battaglia, mentre altri lo descrivono come una strumentalizzazione di questi individui per gli interessi del regime.
Il caso di Sergei Khadzhikurbanov solleva anche la questione dell’impunità riguardo agli omicidi politici in Russia. Nonostante i processi e le condanne, gli autori dell’assassinio di Anna Politkovskaya non sono mai stati identificati. Attivisti e oppositori del regime conoscono bene questa realtà e la decisione di perdonare un complice di questo assassinio non fa altro che aggravare il loro sentimento di ingiustizia.
In breve, il caso della grazia presidenziale concessa a Sergei Khadzhikurbanov evidenzia ancora una volta i persistenti problemi con la libertà di stampa e i diritti umani in Russia. Sottolinea inoltre la necessità di una vigilanza costante per combattere l’impunità e garantire che i crimini politici siano puniti, indipendentemente dalla situazione politica del paese.