L’Azerbaigian rifiuta di partecipare ai colloqui di normalizzazione con l’Armenia, previsti negli Stati Uniti a novembre, denunciando una posizione “parziale” dell’amministrazione americana. Questa decisione fa seguito alle osservazioni ritenute “unilaterali e faziose” dal vicesegretario di Stato James O’Brien durante un’audizione davanti alla Commissione Affari Esteri della Camera. L’Azerbaigian ritiene che questo approccio unilaterale da parte degli Stati Uniti potrebbe compromettere il suo ruolo di mediatore nel processo di pace.
Il presidente azerbaigiano Ilham Aliyev e il primo ministro armeno Nikol Pashinian hanno tenuto diversi cicli di negoziati con la mediazione dell’Unione europea. Tuttavia, questi negoziati hanno incontrato ostacoli, con Ilham Aliev che ha rifiutato di partecipare a un ciclo di negoziati in Spagna a causa di una “posizione parziale” della Francia. Questa situazione solleva dubbi sulla possibilità di raggiungere un accordo di pace globale entro la fine dell’anno, come ha affermato Nikol Pashinian.
Il conflitto tra Azerbaigian e Armenia riguarda il Nagorno-Karabakh, territorio azerbaigiano popolato prevalentemente da armeni. Dopo una fulminante offensiva nel mese di settembre, l’Azerbaigian ha riconquistato la regione, provocando lo sfollamento di quasi tutta la popolazione armena in Armenia. Nonostante i tentativi di negoziazione, un accordo di pace duraturo sembra ancora lontano dall’essere raggiunto.
Per saperne di più su questo complesso conflitto e sui suoi problemi, consulta i nostri articoli precedenti:
– “La situazione nel Nagorno-Karabakh: una sintesi degli eventi”
– “Le questioni geopolitiche del conflitto tra Azerbaigian e Armenia”
– “Analisi delle conseguenze umanitarie del conflitto nel Nagorno-Karabakh”
– “Il ruolo degli attori internazionali nella risoluzione del conflitto”
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