“Colpo di Stato in Niger: il Parlamento europeo condanna il sequestro del presidente Mohamed Bazoum”
Il 23 novembre 2023, il Parlamento europeo ha preso una posizione ferma condannando il colpo di stato avvenuto in Niger ed esprimendo la propria preoccupazione per il sequestro del presidente Mohamed Bazoum. Questa risoluzione, adottata con ampia unanimità, segna un cambiamento significativo nella posizione dei paesi membri dell’Unione Europea (UE) su questo tema.
La proposta di risoluzione, promossa dal gruppo Renew, che comprende deputati macronisti, sottolinea che il presidente Bazoum e la sua famiglia sono stati arrestati illegalmente e sono attualmente detenuti con l’obiettivo di costringerlo a dimettersi.
Questo colpo di stato ha portato ad un deterioramento della situazione della sicurezza in Niger, con un aumento degli attacchi jihadisti. In risposta a questa situazione, l’UE ha sospeso gran parte della sua cooperazione con il paese, in particolare dopo la partenza delle truppe francesi richiesta dai militari al potere a Niamey.
Di fronte a questa situazione preoccupante, gli eurodeputati chiedono il rilascio immediato e incondizionato del presidente Bazoum, della sua famiglia e di tutte le persone detenute arbitrariamente. Chiedono inoltre la caduta di tutte le accuse contro il presidente rovesciato il 26 luglio 2023. Inoltre, chiedono la reintegrazione in carica del presidente Bazoum e sollecitano la giunta a rispettare i diritti umani, a garantire la libertà di espressione e la libertà di i media.
Infine, il Parlamento europeo invita il Consiglio europeo ad adottare misure sanzionatorie contro i leader della giunta in Niger. Esprime inoltre la sua solidarietà alla Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS) nei suoi sforzi per raggiungere una soluzione politica.
Questa risoluzione del Parlamento europeo dimostra l’impegno dell’UE a favore della democrazia e dei diritti umani e ricorda l’importanza della stabilità politica per garantire lo sviluppo e la sicurezza della regione del Sahel. Resta ora da sperare che queste misure incoraggino la giunta nigerina ad adottare misure adeguate per ripristinare l’ordine costituzionale e promuovere la ripresa del dialogo politico nel paese.