Il Mali è stato ancora una volta teatro di attentati terroristici mortali. Questa volta è stato il Gruppo di sostegno all’Islam e ai musulmani (Jnim), affiliato ad al-Qaeda, a rivendicare gli attacchi contro due accampamenti militari delle Forze armate maliane (Fama) nella regione di Timbuktu.
Jnim descrive questi attacchi come “su larga scala”. Il campo militare di Niafunké è stato inizialmente preso di mira da un attacco kamikaze, seguito dalla presa del campo da parte dei jihadisti. Si stima che la perdita di vite umane sia di diverse dozzine di soldati maliani uccisi, di cui due fatti prigionieri.
Oltre a queste tragiche perdite umane, gli aggressori sono riusciti a sequestrare cinque veicoli, oltre ad armi pesanti ed equipaggiamento militare. Il gruppo jihadista ha addirittura diffuso le immagini del bottino, in una dimostrazione di forza contro le autorità maliane.
Contemporaneamente, Jnim ha anche rivendicato il lancio di colpi di mortaio contro l’accampamento militare di Goundam, sempre nella regione di Timbuktu. Le conseguenze di questi colpi non sono ancora note.
L’esercito maliano, dal canto suo, ha affermato di aver finalmente respinto gli aggressori, dopo aver tentato senza successo di riprendere il controllo dei campi di Niafunké e Goundam. Non ha però voluto fornire dettagli né una valutazione sull’esito degli attentati.
Questi nuovi attacchi terroristici evidenziano ancora una volta la volatilità della situazione della sicurezza in Mali e la difficoltà per le autorità maliane nel far fronte alla minaccia jihadista. Nonostante gli sforzi compiuti per combattere i gruppi terroristici, questi attacchi dimostrano che la minaccia persiste e che la vigilanza deve restare essenziale.
È essenziale che le autorità maliane continuino a rafforzare la cooperazione con i paesi vicini e con la comunità internazionale per coordinare meglio le azioni di lotta al terrorismo. Occorre inoltre rafforzare la sicurezza delle forze armate maliane, fornendo loro le risorse e la formazione necessarie per far fronte a questi attacchi.
La popolazione maliana, da parte sua, non deve cedere alla paura e deve continuare a sostenere gli sforzi dell’esercito e delle autorità per ripristinare la sicurezza nel Paese. È necessaria una mobilitazione di tutti gli attori, compresa la società civile, per contrastare la minaccia terroristica e garantire un futuro pacifico e prospero al Mali.
In conclusione, questi attacchi Jnim contro l’esercito maliano a Niafunké e Goundam sottolineano ancora una volta l’urgenza di rafforzare le misure di sicurezza e di coordinamento per fronteggiare la minaccia jihadista in Mali. La lotta al terrorismo può essere vinta solo attraverso un approccio globale e una cooperazione internazionale rafforzata.