“Manca: l’innovazione al servizio della suspense su Netflix
Nella nostra società sempre più connessa, è affascinante vedere come le giovani generazioni padroneggiano le nuove tecnologie. Un esempio lampante di questa dipendenza dalla tecnologia può essere trovato nell’ultimo film di Netflix, “Missing”.
La storia si svolge quando Grace (interpretata da Nia Long) scompare misteriosamente mentre è in vacanza in Colombia con il suo nuovo fidanzato Kevin (interpretato da Ken Leung). Toccherà quindi alla figlia diciottenne June (interpretata da Storm Reid), usare le sue capacità tecnologiche per trovarla, nonostante la distanza che li separa.
Questo film è emblematico della Generazione Z, che si distingue per la sua innata padronanza delle nuove tecnologie. Rispetto al suo predecessore, “Searching” (2018), in cui un padre cerca la figlia scomparsa, “Missing” inverte i ruoli mettendo in evidenza un’adolescente che naviga facilmente in Internet per trovare sua madre.
Le differenze generazionali sono evidenziate da dettagli come la difficoltà di Grace nell’usare Siri o la sua insistenza affinché June controlli la sua segreteria telefonica. Richieste che sembrano arcaiche per la generazione di comunicazioni tramite sms e videochiamate.
June, nel frattempo, non ha nemmeno un account Facebook, preferendo rivolgersi a Instagram e ad altre piattaforme mediatiche emergenti.
Se pensavi di sentirti a tuo agio con i social media e i motori di ricerca, “Missing” potrebbe farti riconsiderare. Notifiche pop-up, menu a discesa, download rapidi di app, thread, immissione di testo e ritaglio di immagini garantiscono momenti emozionanti dall’inizio alla fine.
Le conversazioni sullo schermo coinvolgono il pubblico nell’ansia e nelle frustrazioni di June. Da padre ho avuto anche la tentazione di aiutarlo cercando qualche informazione su Google.
Man mano che il film avanza, June passa dall’adolescente tipica a un giovane adulto capace di gestire la complessità delle relazioni online.
Gli spettatori rimarranno colpiti dall’efficacia con cui utilizza le app di intrattenimento e di social media che pensiamo di conoscere bene.
Lo stile del film è non convenzionale e tuttavia divertente. Gli attori parlano direttamente alla telecamera, dando l’impressione di una lunga chiamata Zoom, piena di eventi mozzafiato.
Questo stile di scrittura innovativo, chiamato “screenlife”, racconta la storia esclusivamente attraverso gli schermi del computer e del telefono. Film come il thriller “Unfriended” (2015) e “Profile” (2017), diretti da Timur Bekmambetov, hanno contribuito a rendere popolare questo genere di cinema.
I creatori di ‘Missing’ Will Merrick e Nicholas D Johnson hanno modellato il film utilizzando i loro telefoni cellulari per verificare la fattibilità dei piani. Ciò ha facilitato il lavoro degli attori durante le riprese dal vivo.
Sebbene la tecnologia offra opportunità di innovazione ai registi e al pubblico in generale, comporta anche dei pericoli.
Il film esplora essenzialmente il modo in cui viviamo la nostra vita attraverso gli schermi. Ci porta a pensare a questioni come quanto condividiamo la nostra vita personale sui social media e quanto spesso cambiamo le nostre password.
Internet può rivelarsi prezioso in caso di emergenza, come la ricerca di una persona cara scomparsa, ma può anche essere utilizzato per scopi sinistri, come hacking, cyberstalking e truffe online.
Secondo iDefence, una società di intelligence sulla sicurezza, il Sudafrica è stato il terzo paese al mondo con il maggior numero di vittime di criminalità informatica nel 2019, con una perdita annuale di 2,2 miliardi di rand.
I bassi investimenti nella sicurezza informatica e la legislazione ancora immatura in materia di criminalità informatica rendono il Sudafrica un bersaglio facile. Con l’avvicinarsi delle vacanze di fine anno, “Missing” è un appello per una maggiore sicurezza online.
Il film evidenzia sia i lati tossici che quelli positivi di Internet. Esplora come possiamo ottenere maggiore potere dalle applicazioni quotidiane che diamo per scontate. June ci mostra come funzionalità come la traduzione automatica, gli indicatori di posizione e persino le piattaforme di messaggistica crittografate possano essere efficaci in situazioni di emergenza.
In definitiva, tutti noi abbiamo un potere incredibile nelle nostre tasche: avviare un’impresa, istruirci, trovare l’amore o ricongiungerci con una persona cara scomparsa.
La crescita delle aziende globali basate su app, come Uber e Airbnb, gioca un ruolo importante in questo film. Ad esempio, Javier (interpretato da Joaquim de Almeida), un agente di un servizio di alloggio e shopping online in Colombia, svolge un ruolo prezioso nell’aiutare June a trovare sua madre.
Al di là della loro praticità, queste piattaforme offrono incredibili opportunità. Tuttavia, “Missing” ci ricorda anche la necessità di una maggiore responsabilità online e di un uso consapevole della tecnologia.
In conclusione, “Missing” è un film accattivante che ci fa riflettere sul nostro rapporto con la tecnologia. Evidenzia i vantaggi e i pericoli di una vita incentrata sullo schermo, mostrandoci come possiamo sfruttare questi strumenti per affrontare le sfide della nostra vita quotidiana.