Dopo nove mesi di guerra civile in Sudan, il presidente del Consiglio sovrano sudanese e comandante dell’esercito, Abdel Fattah al-Burhan, ha annunciato di aver accettato di incontrare il comandante delle Forze di supporto rapido (RSF), Mohamed Hamdan Dagalo (Hemedti). – un evento che potrebbe segnare la fine del conflitto.
L’annuncio di Burhan è arrivato durante un discorso agli ufficiali presso la base militare del Mar Rosso, dove si è detto pronto a negoziare con la “milizia” ma ha rifiutato qualsiasi accordo di pace che “insultirebbe le forze armate e il popolo del Sudan.
Si è inoltre impegnato a ritenere responsabili coloro che ha definito “il cancro delle forze di supporto rapido”, insistendo sul fatto che tutti coloro che hanno trascurato durante la presa del controllo di Wad Madani da parte di RSF dovrebbero rispondere.
L’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (IGAD) aveva precedentemente proposto un incontro tra i due generali, ma Burhan aveva respinto la proposta.
Il vertice straordinario dell’IGAD del 9 dicembre ha annunciato che Hemedti e Burhan avevano concordato di tenere un incontro diretto tra loro per firmare un accordo di cessate il fuoco e tornare al dialogo per risolvere il conflitto.
Secondo il ministero degli Esteri sudanese, Burhan ha posto come condizione che le forze di supporto rapido evacuassero le case dei civili.
Non è stata fissata alcuna data per l’incontro, ma le aspettative indicano che avrà luogo nei prossimi giorni.
La RSF ha annunciato la partecipazione di Hemedti alla condizione che Burhan partecipi all’incontro proposto come “comandante dell’esercito e non capo del Sovrano Consiglio”.
Questo gesto di Burhan arriva in un momento in cui cresce la pressione popolare da entrambe le parti per porre fine ai combattimenti. Mentre la guerra si espande ogni giorno con migliaia di cittadini uccisi e sfollati, il popolo sudanese è sempre più determinato a raggiungere un negoziato rapido e incondizionato.
L’esperto militare Hamdi Bakhit prevede che questo incontro non porterà risultati positivi per entrambe le parti, ma potrebbe portare a pressioni su entrambe le parti, dato l’escalation dei combattimenti finora in 13 stati e la continuazione del caos in tutti i luoghi controllati da Burhan.
Bakhit ha aggiunto che questo incontro potrebbe portare la RSF a diventare una parte coinvolta nel futuro del Sudan, anche se le parti civili rifiutano la RSF come parte della futura equazione del Sudan.
Ha anche fatto riferimento ai progressi compiuti negli ultimi tempi dall’esercito sudanese.