Notizie: Più di 155.000 persone sfollate nella Repubblica Democratica del Congo
In un recente rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), è stato rivelato che più di 155.000 persone hanno dovuto fuggire dai propri villaggi tra il 7 e il 10 dicembre a seguito di nuovi scontri tra le forze di sicurezza congolesi (FARDC). e un gruppo armato non statale. Questa situazione allarmante si sta verificando sugli assi Sake-Masisi, Sake-Minova e Mushaki, situati a circa 45 km da Goma.
Secondo fonti umanitarie, almeno due civili sono stati uccisi e altri 22 feriti durante queste violenze. Tra gli sfollati, 60.000 persone sono state accolte a Bihambwe, a 15 km da Mushaki, tra agosto e novembre, ma sono state costrette a fuggire nuovamente a causa della ripresa dei combattimenti.
Queste persone sono state costrette a disperdersi in diversi villaggi nelle aree di Kirotshe e Masisi. Nonostante le situazioni violente, si sono osservati alcuni movimenti di ritorno, in particolare nella zona di Kirotshe, pochi giorni dopo gli episodi di violenza del 9 dicembre nel villaggio di Ngingwe, a nord-ovest di Sake. Tuttavia, queste persone sono spesso costrette a ritornare nei luoghi di sfollamento e nei centri collettivi a causa della mancanza di altre opzioni sicure.
Il rapporto dell’OCHA evidenzia che alcuni attori umanitari sono già presenti nella regione per fornire assistenza in campo sanitario, educativo e nutrizionale. Tuttavia, l’accesso all’acqua potabile rimane difficile, le strutture igienico-sanitarie sono insufficienti e la mancanza di alloggi adeguati espone gli sfollati ad alti rischi di colera.
Allo stesso tempo, tra il 4 e il 5 dicembre, circa 30.000 sfollati sono arrivati nei siti di Bulengo a Goma e Rusayo 2 a Nyiragongo, provenienti principalmente dalla regione di Masisi. Venivano temporaneamente ospitati negli hangar, dove la promiscuità li esponeva alle malattie.
Le donne e le ragazze corrono rischi particolari di violenza di genere (GBV) in questi contesti di sfollamento. I bisogni prioritari individuati sono l’alloggio, il cibo e i beni essenziali per la casa (AME), per garantirne la tutela e il benessere.
È anche importante notare che da metà ottobre nel territorio di Rutshuru si è osservata una relativa calma, che ha favorito il graduale ritorno a Bambo di oltre 36.700 sfollati. Le motivazioni di questo ritorno sono molteplici, in particolare le condizioni di vita precarie nelle comunità ospitanti.
Di fronte a queste situazioni di sfollamento di massa, i bisogni urgenti degli sfollati sono l’accesso all’acqua potabile, all’assistenza sanitaria e al cibo.. È quindi essenziale che la comunità internazionale si mobiliti per sostenere gli sforzi umanitari e contribuire ad alleviare le sofferenze di queste popolazioni vulnerabili nella Repubblica Democratica del Congo.