“I rifugiati di Nakivale si mobilitano per rivitalizzare l’ambiente: un esempio stimolante di preservazione”

Titolo: I rifugiati di Nakivale si impegnano in un’azione di riforestazione per preservare l’ambiente

Introduzione:
Nel cuore dell’insediamento di rifugiati di Nakivale, un gruppo di lavoratori, tra cui rifugiati sia uomini che donne, è impegnato su una scarpata rocciosa di una collina. Armati di strumenti rudimentali, scavano buche, vi piantano piante di pino e poi le ricoprono di terra. Questa iniziativa di riforestazione, portata avanti da più di sei anni a Nakivale, è il frutto dell’iniziativa di Enoch Twagirayesu, un rifugiato burundese fuggito dal conflitto nel suo paese nel 2003. Ricorda con emozione i suoi primi giorni all’interno del campo, e la presenza di una rigogliosa vegetazione oggi purtroppo scomparsa, lasciando il posto ad un paesaggio brullo a causa della richiesta di legna da ardere, materiali da costruzione e terreni coltivabili.

Pressione demografica: una sfida ambientale
Secondo i dati ufficiali dell’ottobre 2023, più di 180.000 rifugiati vivono ora nel campo di Nakivale. Cleous Bwambale del Nsamizi Training Institute for Social Development, una delle numerose ONG della regione, spiega che il continuo afflusso di rifugiati dai paesi vicini sta esercitando ulteriore pressione su un campo già indebolito: il degrado dell’ambiente a Nakivale è notevolmente dovuto al presenza di rifugiati. La maggior parte dei nuovi arrivati, infatti, proviene dalla Repubblica Democratica del Congo e necessita di attrezzature edili per la loro installazione. Pertanto, gli alberi rimanenti verranno abbattuti per soddisfare la crescente domanda edilizia.

Principali conseguenze ambientali
Nel corso degli anni Nakivale ha dovuto affrontare anche episodi di disastri ambientali, come la siccità. Alcuni anni fa, il lago Nakivale, la principale fonte d’acqua della regione, ha visto il suo livello abbassarsi notevolmente a causa delle attività umane. Questa situazione ha portato ad una carenza d’acqua e a difficoltà di approvvigionamento per le pompe utilizzate dai rifugiati.

Iniziative positive per preservare l’ambiente
Tuttavia, l’azione di alcuni attori, come Enoch Twagirayesu, ha suscitato l’interesse delle agenzie di sviluppo a impegnarsi maggiormente nella preservazione dell’ambiente a Nakivale. È stato così creato un asilo nido per sostenere gli sforzi dei rifugiati nella loro azione di riforestazione. Questa iniziativa permette anche di trasferire conoscenze sull’ambiente e di creare asili nido per i rifugiati.

Risultati incoraggianti
Gli sforzi dei rifugiati stanno cominciando a dare i loro frutti, con molti alberi che compaiono in aree precedentemente sterili. Inoltre, negli ultimi anni le piogge sono diventate più frequenti. Tuttavia, Enoch Twagirayesu sottolinea che c’è ancora molto lavoro da fare per raggiungere il loro obiettivo. Finora a Nakivale sono stati piantati più di 460.000 alberi, ma si spera di piantarne di più in tutta l’area coperta dall’Autorità nazionale di gestione ambientale. In particolare devono affrontare sfide come la mancanza di semi e di riserve d’acqua per innaffiare gli alberi durante la stagione secca.

Conclusione:
L’iniziativa di riforestazione guidata dai rifugiati di Nakivale è un esempio stimolante dell’impegno di queste comunità nel preservare l’ambiente e combattere il degrado causato dalla domanda di risorse di base. Nonostante le sfide incontrate, questi rifugiati hanno dimostrato di essere disposti a investire tempo ed energie per riportare la vita nella terra che li accoglie. Il loro duro lavoro ha già dato i suoi frutti, ma è essenziale che le agenzie di sviluppo e i donatori sostengano queste iniziative per garantirne la sostenibilità e la continuità.

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