“Sentenza della Corte Suprema: Sonko, oppositore politico, impedito di candidarsi alle presidenziali, ma la difesa resta fiduciosa”

La Corte Suprema del Senegal ha emesso giovedì 4 gennaio il suo verdetto, confermando la condanna per diffamazione pronunciata lo scorso maggio contro Ousmane Sonko, oppositore politico e leader dei Patrioti africani del Senegal per il lavoro, l’etica e la fraternità (Pastef). Questa pena detentiva con sospensione della pena di sei mesi impedisce all’avversario di candidarsi alle elezioni presidenziali previste per il mese prossimo. Tuttavia, la difesa di Sonko resta fiduciosa e pianifica un contropiede.

L’udienza alla Corte Suprema è durata quasi 12 ore e ha visto numerose argomentazioni da parte degli avvocati di entrambe le parti. Gli avvocati di Sonko hanno tentato innanzitutto di far valere un’eccezione di incostituzionalità, chiedendo che il caso fosse trasferito al Consiglio costituzionale. Hanno poi chiesto l’annullamento della decisione della corte d’appello per diversi vizi procedurali. Nonostante le richieste di annullamento della condanna avanzate dal procuratore generale, la Corte suprema ha infine mantenuto nei confronti di Sonko la pena detentiva con sospensione condizionale di sei mesi e una multa di 200 milioni di franchi CFA (circa 300.000 euro).

Una questione importante in questa vicenda è stata l’eleggibilità dell’avversario alle elezioni presidenziali. Secondo i suoi avvocati e secondo il codice elettorale, questa condanna avrebbe reso Sonko ineleggibile per cinque anni. Pertanto, probabilmente non potrà candidarsi alle elezioni del 25 febbraio e dovrebbe essere respinto dal Consiglio costituzionale.

Gli avvocati di Sonko hanno espresso il loro disappunto al termine dell’udienza, soprattutto dopo aver ascoltato le richieste del procuratore generale. La difesa mantiene però la convinzione di un possibile contrattacco in base all’articolo 34 del codice penale che prevede la possibilità per il giudice di giudizio di pronunciare o dispensare l’incapacità in caso di reato.

Nonostante questa delusione, i vicini di Sonko restano combattivi e continuano a credere nella sua candidatura presidenziale. Denunciano ingiustizie e persecuzioni contro il leader dell’opposizione, affermando che il suo dossier è in regola e che il procedimento non è ancora terminato. Ora sperano che il Consiglio costituzionale pubblichi la lista definitiva dei candidati per le elezioni del 20 gennaio.

In conclusione, la decisione della Corte Suprema conferma la condanna di Sonko per diffamazione, impedendogli così di candidarsi alle elezioni presidenziali. Tuttavia la difesa spera ancora in un contropiede e spera ancora di vedere Sonko nella lista dei candidati. La vicenda continua ad alimentare il dibattito politico in Senegal e resta al centro delle cronache.

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