Stiamo assistendo a una situazione preoccupante in Tunisia, dove gli attivisti per l’immigrazione lanciano l’allarme riguardo alle espulsioni di massa e agli arresti arbitrari di migranti. Le autorità tunisine vedono sempre più migranti arrivare per tentare di attraversare il Mediterraneo da questo paese nordafricano verso l’Europa.
Il Forum tunisino per i diritti economici e sociali ha accusato il governo di condurre una campagna di repressione contro i migranti a scapito delle preoccupazioni umanitarie, “per soddisfare il ricatto europeo e garantire un flusso costante di sostegno finanziario e logistico”.
Secondo questa organizzazione non governativa, la situazione è particolarmente preoccupante ai confini della Tunisia con Libia e Algeria, così come nella seconda città più popolosa del paese, Sfax, punto di passaggio comune per i migranti che desiderano attraversare il Mediterraneo.
Il Forum ha affermato in un comunicato che le testimonianze hanno indicato che la situazione è diventata particolarmente grave a Sfax, situata a 188 chilometri dall’isola italiana di Lampedusa, dove i migranti subiscono regolarmente arresti arbitrari e violenze. Molti migranti vedono le loro proprietà distrutte.
Secondo il gruppo, il trattamento dei migranti non si limita a coloro che entrano in Tunisia senza autorizzazione, ma si estende anche ai rifugiati, agli studenti e ai lavoratori.
Quest’ultimo afferma di aver ricevuto frequenti testimonianze di espulsioni di massa ai confini algerini e libici. In Algeria, ciò include il rimpatrio dei migranti nel deserto, indipendentemente dalle condizioni meteorologiche. Nella Libia devastata dalla guerra, le espulsioni spesso portano i migranti a finire in centri di detenzione gestiti da gruppi armati.
Le autorità tunisine hanno ammesso che piccoli gruppi di migranti sono stati rimandati attraverso i confini desertici del paese, ma hanno contestato le notizie di violenze ed espulsioni sistematiche.
Il Forum tunisino per i diritti economici e sociali ha implorato il governo di fermare le deportazioni, fornire un rifugio sicuro ai migranti e aggiornare la legislazione per consentire alle persone prive di documenti di ottenere uno status legale.
“La sovranità non si ottiene intimidendo i gruppi vulnerabili e ricorrendo a leggi obsolete e circolari discriminatorie, ma piuttosto avviando politiche nazionali che garantiscano dignità, diritti e libertà per tutti gli esseri umani”, ha dichiarato.
La Tunisia si trova ad affrontare un controllo sempre maggiore sulla gestione della migrazione. Secondo l’UNHCR, nel 2023 più di 97.000 persone hanno attraversato il Mediterraneo dalla Tunisia all’Italia. I gruppi migratori tunisini stimano che ci siano tra i 20.000 e i 50.000 migranti dell’Africa sub-sahariana nel paese.
Le autorità tunisine ricevono aiuti finanziari dall’Europa per controllare le frontiere. A luglio il Paese ha concordato un accordo di aiuti da un miliardo di euro, che comprendeva un impegno di 105 milioni di euro destinati alla migrazione.
Nonostante gli aiuti, il presidente Kais Saied ha insistito sul fatto che la Tunisia non diventerà “la guardia di frontiera dell’Europa” e non accetterà migranti che i politici europei, compresi i leader emergenti di destra, non vogliono.
Il presidente Saied è stato accusato di razzismo l’anno scorso dopo aver definito la presenza di migranti dell’Africa sub-sahariana parte di un “piano criminale per cambiare la composizione demografica del paese”.