Notizie recenti riportano il rilascio su cauzione dell’ex ministro ing. Olusegun Agunloye, che è stato arrestato e accusato di sette capi d’imputazione relativi all’aggiudicazione fraudolenta di contratti e alla corruzione ufficiale. Le accuse contro Agunloye riguardano il contratto da 6 miliardi di dollari per il progetto idroelettrico di Mambilla, su cui sta indagando la Commissione economica e finanziaria della Nigeria (EFCC).
Quando è comparso in tribunale, Agunloye è stato inizialmente detenuto in custodia presso la prigione di Kuje in attesa dell’udienza e del giudizio sulla richiesta di cauzione. Tuttavia, durante l’udienza per la cauzione, l’avvocato dell’ex ministro, Adeola Adedipe, ha chiesto al tribunale di concedere la cauzione al suo cliente o in riconoscimento personale o in termini favorevoli. Adedipe ha sostenuto vigorosamente che Agunloye non presentava alcun rischio di fuga e ha respinto la tesi dell’accusa secondo cui ciò era “nato dalla confusione e da una barriera di comunicazione”.
Ha inoltre chiesto alla corte di non richiedere a un pubblico ufficiale di fungere da garante per il suo cliente, affermando che la condizione non era necessaria. L’avvocato ha anche invocato la sezione 352(4) della legge sull’amministrazione della giustizia penale (ACJA), chiarendo che una volta che un imputato è ammesso alla cauzione, anche se fugge, il processo continuerà e, se necessario, potrà essere imposta una condanna.
L’accusa si è però opposta alla richiesta di cauzione presentando le proprie controdeduzioni. Alla fine, il giudice Onwuegbuzie ha emesso una sentenza favorevole alla concessione della cauzione agli imputati. Il giudice ha concesso una cauzione di 50 milioni di dollari ad Agunloye e gli ha ordinato di produrre due fideiussioni per l’importo equivalente. Le condizioni imposte ai garanti sono rigorose: devono essere “rispettabili” e “ricchi”, risiedere nella Federal Capital Region (FCT) e possedere beni per un valore di 300 milioni di dollari, con un certificato di proprietà verificabile. Devono inoltre presentare al tribunale copie delle loro carte d’identità e passaporti internazionali.
Questa decisione sulla cauzione segna una nuova tappa in questo caso complesso e controverso. L’imputato potrà ora difendersi pienamente e preparare la propria difesa per le prossime fasi del processo. L’esito finale di questo caso sta suscitando interesse e attenzione da parte del pubblico perché solleva importanti questioni sulla trasparenza nell’assegnazione degli appalti pubblici e sulla lotta alla corruzione.