Giovedì 11 gennaio, a sostegno della causa del Sudafrica davanti alla Corte internazionale di giustizia (ICJ), i manifestanti si sono riversati presso l’ambasciata sudafricana a Tunisi. Le organizzazioni della società civile hanno espresso sostegno alla richiesta del Sud Africa di un cessate il fuoco a Gaza.
Questa iniziativa unica del Sud Africa è stata accolta con favore da molti tunisini che hanno espresso la loro gratitudine al Paese per il suo impegno a favore della pace in Palestina. “Volevamo ringraziare il Sudafrica, attraverso la sua ambasciata in Tunisia, per aver fatto ciò che nessun altro paese arabo o musulmano ha fatto chiedendo un cessate il fuoco, mentre oggi persone innocenti continuano a morire in Palestina”, ha affermato Naila Al-Zouglami, presidente della l’Associazione tunisina delle donne democratiche.
L’elenco dei paesi che hanno sostenuto la richiesta del Sud Africa davanti alla Corte Internazionale di Giustizia continua ad allungarsi, con la recente adesione della Lega Araba. L’inviato sudafricano in Tunisia è convinto che i suoi avvocati abbiano argomenti solidi. “La differenza tra ciò che accadeva prima e ciò che sta accadendo ora è che sono state raccolte prove concrete da parte del governo e dell’esercito israeliano che possono essere utilizzate contro di loro”, ha affermato.
L’offensiva israeliana ha spinto quasi l’85% della popolazione di Gaza, ovvero 2,3 milioni di persone, a lasciare le proprie case in condizioni di vita precarie. L’accesso al cibo, all’acqua, alle medicine e ad altri beni è limitato dall’assedio israeliano.
Questa mobilitazione davanti all’ambasciata sudafricana in Tunisia è un esempio di solidarietà internazionale di fronte alla situazione critica a Gaza. I tunisini si uniscono così a molti altri paesi che chiedono una soluzione pacifica al conflitto israelo-palestinese.
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