Recenti notizie indicano una situazione preoccupante nella Striscia di Gaza, dove le agenzie umanitarie delle Nazioni Unite hanno messo in guardia da “sacche di carestia”. I bombardamenti israeliani hanno provocato lo sfollamento di migliaia di persone che ora si ritrovano con poco o nessun accesso al cibo.
In una dichiarazione congiunta, il Programma alimentare mondiale, l’UNICEF e l’Organizzazione mondiale della sanità hanno sottolineato la necessità di aprire nuove vie di ingresso a Gaza per la consegna di aiuti umanitari. Anche se le Nazioni Unite non accusano direttamente Israele di ostacolare l’accesso a Gaza, le agenzie affermano che ogni giorno sono troppo pochi i camion che riescono a superare i controlli di frontiera.
Chiedono quindi meno restrizioni alla circolazione degli operatori umanitari e garanzie sulla sicurezza di coloro che accedono e distribuiscono gli aiuti.
La situazione è particolarmente grave nel nord di Gaza, dove circa 300.000 persone vivono ancora tra le rovine degli edifici distrutti dagli attacchi israeliani. La fornitura di aiuti a queste persone è ostacolata dai combattimenti in corso.
Il mese scorso, solo un quarto dei convogli umanitari ha raggiunto la propria destinazione nel nord di Gaza perché le autorità israeliane ne hanno impedito la maggior parte. Nella regione si avverte quindi una evidente e urgente mancanza di accesso agli aiuti umanitari.
In questo contesto, è incoraggiante vedere che il Qatar e la Francia siano riusciti a negoziare un accordo con Israele e Hamas per consegnare medicinali d’emergenza a 45 ostaggi detenuti a Gaza in cambio di aiuti umanitari e medici per i civili più vulnerabili del territorio. Si prevede che gli aiuti lasceranno il Qatar per l’Egitto, prima di essere trasportati attraverso il valico di frontiera di Rafah fino a Gaza.
Questa notizia è un barlume di speranza in una situazione terribile, ma è fondamentale che vengano compiuti maggiori sforzi per affrontare le urgenti esigenze umanitarie a Gaza. È necessaria la collaborazione internazionale per garantire l’accesso continuo al cibo, all’assistenza medica e umanitaria, nonché per garantire la sicurezza di coloro che la forniscono. È tempo di agire e sostenere gli sforzi per alleviare le sofferenze della popolazione di Gaza.