Il Kenya conclude l’accordo G2G sulla fornitura di petrolio per stabilizzare la valuta

Il governo keniota sta rescindendo l’accordo di fornitura di petrolio da governo a governo (G2G), lanciato nell’aprile 2023.

L’accordo G2G per la fornitura di petrolio tra il Kenya e tre esportatori nazionali di petrolio del Golfo è stato lanciato dal presidente keniota William Ruto la scorsa primavera nel tentativo di fermare la caduta libera dello scellino keniota rispetto alle valute estere.

Secondo un rapporto del Fondo monetario internazionale (FMI), il Tesoro ha affermato che il sistema non ha funzionato come previsto.

“Il governo intende recedere dall’accordo sull’importazione di petrolio, poiché siamo consapevoli delle distorsioni che ha creato nel mercato dei cambi, dell’aumento del rischio di differimento dei finanziamenti del settore privato che lo sostiene e restiamo impegnati sul mercato privato soluzioni nel settore energetico”, ha affermato il Tesoro.

L’accordo prevedeva il cambiamento rispetto al sistema di gare aperte in cui le aziende locali facevano offerte per importare petrolio ogni mese.

Originariamente era prevista per 9 mesi, ma è stata prorogata per altri 12 mesi fino a dicembre 2024, quando verrà ora ritirata.

Dal lancio del programma, lo scellino si è deprezzato di oltre il 20% rispetto al dollaro statunitense, superando il minimo storico di 160 scellini per dollaro.

Questa decisione del governo keniano solleva interrogativi sul futuro dell’approvvigionamento petrolifero del paese e sulle modalità per stabilizzare la valuta nazionale.

Si cercano quindi soluzioni di mercato privato per soddisfare il fabbisogno energetico del Paese ed evitare distorsioni sul mercato dei cambi.

Resta da vedere quali saranno le prospettive per il Kenya e come ciò influenzerà il prezzo del petrolio e la stabilità economica del paese.

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