Paulin Hountondji, figura di spicco della filosofia africana e rinomato professore, è morto venerdì 2 febbraio 2024 all’età di 82 anni. La sua scomparsa lascia un vuoto immenso nel mondo intellettuale beninese e africano. Attraverso la sua eccezionale carriera e il suo instancabile impegno, Hountondji ha lasciato il segno nella filosofia africana.
Insegnando a Besançon e Kinshasa, Paulin Hountondji è stato anche cofondatore del Consiglio filosofico interafricano. La sua influenza internazionale gli è valsa un particolare riconoscimento. Souleymane Bachir Diagne, accademico senegalese, lo ha definito uno dei filosofi più influenti degli ultimi cinquant’anni. Il suo libro, “Lezioni di filosofia africana”, con la prefazione dello stesso Diagne, è la prova della portata del suo impatto.
Ma l’influenza di Hountondji non si limitò al suo lavoro accademico. Partecipò attivamente anche alla vita politica del suo paese. Durante la conferenza nazionale del febbraio 1990, si espresse con fermezza esemplare contro il presidente Mathieu Kérékou, affermando che la democrazia non si limita ai diritti sanciti dai testi, ma richiede anche il coraggio di rivendicarli. Una dichiarazione coraggiosa, che dimostra la sua determinazione nel difendere le sue convinzioni.
Sebbene Kérékou abbia respinto le sue osservazioni, il filosofo è stato nominato ministro due volte dopo la conferenza nazionale, a testimonianza della sua perseveranza e libertà di pensiero. I beninesi, orgogliosi di questa voce influente e rispettata, attendono ora con impazienza un meritato tributo da parte della Repubblica.
La morte di Paulin Hountondji rappresenta una perdita considerevole per il mondo intellettuale africano. Il suo contributo essenziale alla filosofia africana e il suo impegno politico esemplare ne fanno una figura essenziale che continuerà a ispirare le generazioni a venire. La sua eredità continuerà a vivere, diffondendo le sue idee e la visione di una società più illuminata e giusta.