La Coppa d’Africa (CAN) non si limita solo al calcio. Durante la semifinale tra Congo e Costa d’Avorio, i giocatori congolesi e il loro allenatore Sébastien Desabre hanno colto l’occasione per attirare l’attenzione sulla violenza armata che affligge l’est del loro paese. Il gesto simbolico compiuto prima della partita ha suscitato l’interesse e la curiosità di molti spettatori.
Durante l’inno nazionale congolese, i giocatori e l’allenatore Desabre hanno tutti messo la mano destra davanti alla bocca e le dita sulle tempie. Un gesto che ha attirato l’attenzione di tutti e che è stato interpretato come un messaggio forte. I giocatori indossavano anche una fascia nera al braccio in segno di solidarietà.
In una dichiarazione dopo la sconfitta per 1-0 della sua squadra, Desabre ha affermato che il gesto aveva lo scopo di mostrare sostegno alle vittime della violenza armata e aumentare la consapevolezza della realtà. Ha sottolineato che il dovere di una nazionale di calcio è anche quello di informare su ciò che accade dietro le quinte.
Va notato che il Congo orientale è tormentato da decenni dalla violenza armata. Più di 120 gruppi stanno lottando per il potere, la terra e le preziose risorse minerarie, mentre altri cercano di difendere le proprie comunità. I gruppi armati hanno condotto a lungo campagne di violenza nella regione ricca di minerali e sono stati accusati di uccisioni di massa.
La situazione è peggiorata alla fine del 2021 con la ripresa degli scontri da parte di un gruppo ribelle chiamato M23, che cerca di impadronirsi del territorio. Le Nazioni Unite e i gruppi per i diritti umani affermano che il gruppo ribelle gode del sostegno del vicino Ruanda, accusa che il paese nega categoricamente.
L’approccio dei giocatori congolesi e del loro allenatore ha contribuito a mettere in luce una realtà spesso trascurata. Usando la loro piattaforma mediatica, sono riusciti ad attirare l’attenzione su una questione seria che richiede un’azione internazionale.
In conclusione, il gesto dei giocatori congolesi e del loro allenatore durante la semifinale della CAN è stato un modo efficace per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla violenza armata che affligge il Congo orientale. Hanno sfruttato la loro posizione d’influenza per attirare l’attenzione su una realtà deplorevole e così hanno contribuito ad avviare un dibattito necessario su questo tema. È incoraggiante vedere gli atleti usare la loro notorietà per cause umanitarie e sociali.