Nelle recenti notizie, il ministro delle relazioni internazionali sudafricane e la cooperazione Naledi Pandor affermano di essere stato l’obiettivo di atti di intimidazione da parte dei servizi di intelligence israeliana. Ciò avviene dopo che la Corte di Giustizia Internazionale (ICJ) ha stabilito che le azioni di Israele potrebbero costituire atti genocidali contro i palestinesi a Gaza e gli hanno ordinato di prevenire tali danni.
In una riunione dello stato della nazione presieduto da Ciril Ramaphosa, Pandor ha dichiarato di essere preoccupata per la sicurezza della sua famiglia dopo aver ricevuto messaggi minacciosi sui social media. Ha anche discusso di questa situazione con il ministro della polizia, Bheki Cele, e prevede di migliorare la sua sicurezza personale.
Il ministro afferma che l’intimidazione che sta vivendo è tipica del comportamento dei servizi di intelligence israeliani, che cercano di intimidire le persone che osano sfidarle. Tuttavia, rimane determinata e assicura che questa situazione non la farà indietro. Confronta anche l’attuale lotta del governo sudafricano per la causa palestinese con quella guidata dal popolo palestinese contro il sistema dell’apartheid in Sudafrica.
La decisione del Sud Africa di portare il caso all’ICJ e il sostegno che riceve da alcuni paesi ha polarizzato il mondo. Da un lato, alcuni paesi occidentali sostengono il diritto di Israele di difendersi dopo l’attacco del 7 ottobre da parte di Hamas. D’altra parte, diversi paesi, tra cui la Lega araba, sostengono la posizione del Sudafrica.
Pandor sottolinea l’importanza della solidarietà internazionale e afferma che gli avvocati sudafricani lavoreranno a stretto contatto con il suo dipartimento e il Dipartimento di Giustizia per preparare le prossime argomentazioni da presentare davanti all’ICJ. Chiede inoltre che la riforma delle Nazioni Unite sia una priorità per il Sudafrica, per rafforzare il suo ruolo nella promozione della pace e della giustizia internazionale.
In conclusione, il caso tra Sudafrica e Israele prima dell’ICJ continua a dare origine a tensioni e intimidazioni. Naledi Pandor rimane determinato a difendere la causa palestinese e chiede la solidarietà internazionale per ottenere una vera riforma delle Nazioni Unite.