“Il popolo congolese si ribella contro le atrocità nell’est del Paese: la mobilitazione senza precedenti a Kinshasa”

La cronaca degli ultimi giorni nella Repubblica Democratica del Congo è stata segnata da un movimento di protesta senza precedenti. Dal 10 febbraio 2024 la popolazione di Kinshasa denuncia con forza le atrocità che avvengono nell’est del Paese. Le proteste sono cresciute di dimensioni e hanno paralizzato le attività nel centro della città, bloccando il traffico su diverse arterie della capitale.

I manifestanti denunciano l’indifferenza della comunità internazionale di fronte all’aggressione dei ribelli dell’M23, sostenuti dal Ruanda. Esprimono il loro malcontento e la loro rabbia brandendo striscioni che accusano Paul Kagame e i paesi occidentali di complicità nel genocidio che ha luogo nell’est della RDC.

Questa mobilitazione cittadina è accolta con favore da molte donne incontrate per le strade di Kinshasa. Riconoscono l’importanza di denunciare l’ipocrisia della comunità internazionale, ma chiedono comunque manifestazioni pacifiche, nel rispetto dei diritti degli altri. Sottolineano che tutte queste manifestazioni non possono fornire una soluzione efficace e che la vittoria contro i gruppi ribelli può venire solo dall’esercito congolese.

Altre voci si levano per denunciare l’ingerenza della comunità internazionale negli affari della RDC. Alcuni propongono addirittura di adottare misure radicali, come smettere di usare la propria valuta, importare i propri prodotti e utilizzare i propri prodotti sul suolo congolese, al fine di riconquistare l’indipendenza da questi paesi che sfruttano le risorse del Congo, rimanendo indifferenti alla sofferenza del popolo congolese.

Nonostante l’arresto di alcuni manifestanti da parte della polizia, la resistenza della popolazione non si indebolisce. I congolesi affermano che continueranno a lottare e a chiedere giustizia per i loro fratelli e sorelle che muoiono ogni giorno nell’est del Paese.

Questa protesta ha conseguenze anche economiche, con la chiusura di molti negozi e la paralisi delle attività commerciali per paura di saccheggi durante le manifestazioni. Solo i piccoli chioschi, come le cabine telefoniche, hanno corso il rischio di restare aperti.

In conclusione, la mobilitazione senza precedenti della popolazione congolese a Kinshasa per denunciare le atrocità nella parte orientale della RDC evidenzia il disperato bisogno di giustizia e di sostegno da parte della comunità internazionale. I congolesi esprimono la loro frustrazione per l’indifferenza e l’ingerenza di alcuni paesi occidentali, pur sottolineando la necessità di una soluzione militare per porre fine alle violenze nell’est del paese.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *