“RDC: La protesta contro l’aggressione dei ribelli e l’indifferenza internazionale sta guadagnando slancio”

Dal 10 febbraio 2024, la situazione nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) è stata segnata da un movimento di protesta senza precedenti. La popolazione di Kinshasa esprime rabbia e indignazione per l’aggressione dei ribelli dell’M23, sostenuti dal Ruanda, così come per l’indifferenza della comunità internazionale.

Le proteste hanno raggiunto il loro apice questo lunedì, 12 febbraio, con il centro di Kinshasa paralizzato e il traffico bloccato su diverse arterie della capitale. I manifestanti che portavano striscioni con slogan come “Paul Kagame, amico degli occidentali che uccidono nell’est della RDC”, “andatevene, bande di ipocriti” o addirittura “l’Occidente complice del genocidio” hanno bruciato pneumatici sulle vie della giustizia. , Tabouley e il commercio a Gombe.

Se la solidarietà della popolazione congolese viene accolta con favore, molte donne incontrate per le strade di Kinshasa condannano le violenze contro i diplomatici e le loro sedi. Sottolineano l’importanza di esprimere il proprio malcontento rispettando i diritti degli altri.

La soluzione efficace per porre fine al conflitto nell’est della RDC resta la vittoria delle Forze armate della RDC (FARDC) sui gruppi ribelli, ritiene Marie-Claire Kanyimbu, commessa in un supermercato dell’Avenue du Commerce. Lei ritiene che le proteste non possano fornire una soluzione duratura, ma possano incoraggiare la comunità internazionale a prendere posizioni chiare.

Da parte sua, Milene Mwembo, farmacista di formazione, invita i congolesi a dire no all’ingerenza della comunità internazionale negli affari del loro paese. Incoraggia un processo di indipendenza economica cessando di utilizzare moneta e prodotti importati, al fine di riconquistare la propria sovranità sull’Occidente.

Nzuzi Dorcas, studentessa dell’IFASIC, condanna l’arresto dei manifestanti da parte della polizia e chiede la mobilitazione di tutti i congolesi. Esorta la comunità internazionale a pagare per i crimini commessi nella parte orientale della RDC.

Tuttavia, queste proteste hanno avuto un impatto negativo anche sull’economia locale, con molti negozi e attività commerciali che hanno scelto di non aprire per paura di saccheggi. È importante trovare un equilibrio tra la necessità di esprimere la rabbia e le conseguenze economiche per la popolazione.

In conclusione, la protesta nella RDC contro l’aggressione dei ribelli dell’M23 e l’indifferenza della comunità internazionale è in pieno svolgimento. I manifestanti esprimono il loro malcontento mentre chiedono soluzioni concrete per porre fine al conflitto nell’est del Paese. È fondamentale trovare un equilibrio tra l’espressione di questa legittima rabbia e le conseguenze sull’economia locale. Il desiderio dei congolesi di riconquistare la propria sovranità e di affrontare le interferenze straniere è palpabile, ma ci sono ancora molte sfide da superare per raggiungere una pace duratura nella regione.

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