Il conflitto tra Israele e Gaza continua a destare grave preoccupazione in tutto il mondo. Mentre il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa si appella alla Corte internazionale di giustizia (ICJ) per denunciare l’aggressione israeliana a Rafah, è tempo di fare il punto della situazione.
Secondo il portavoce presidenziale Vincent Magwenya, il Sudafrica ha presentato una richiesta urgente alla Corte Internazionale di Giustizia per esaminare se la decisione di Israele di espandere le sue operazioni militari a Rafah violi i diritti dei palestinesi a Gaza. Rafah è l’ultimo rifugio per i civili di Gaza che cercano di sfuggire alla violenza e alla distruzione.
Israele è stato oggetto di pesanti critiche per l’uso eccessivo della forza contro i palestinesi a Rafah. Gli alleati di Israele, come il ministro degli Esteri britannico David Cameron e il presidente americano Joe Biden, hanno condannato gli attentati. In un recente discorso, Cameron ha chiesto a Israele di riflettere seriamente prima di intraprendere qualsiasi ulteriore azione a Rafah, mentre Biden ha invitato Israele ad abbandonare i suoi piani offensivi.
Il governo britannico si è astenuto dal votare in seno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per condannare la guerra a Gaza, mentre gli Stati Uniti sono l’unico Paese ad avere il diritto di veto sulle azioni contro Israele. Al contrario, il Sud Africa ha sostenuto attivamente la causa palestinese nei forum internazionali.
A dicembre, il governo sudafricano ha ottenuto una vittoria decisiva contro l’amministrazione di Benjamin Netanyahu alla Corte internazionale di giustizia, quando la Corte ha ritenuto plausibile che il comportamento di Israele a Gaza costituisse un genocidio.
La richiesta del Sud Africa all’ICJ fa riferimento all’articolo 75, paragrafo 1, del Regolamento della Corte, il quale stabilisce che l’ICJ può, in qualsiasi momento, decidere di propria iniziativa di esaminare se le circostanze del caso richiedono misure provvisorie da adottare o rispettato da entrambe le parti.
La gravità della situazione a Rafah è sottolineata nella richiesta sudafricana, che indica che l’offensiva militare senza precedenti di Israele contro Rafah ha già provocato e continuerà a provocare numerosi morti, feriti e distruzioni. Secondo il Sudafrica ciò costituirebbe una violazione grave e irreparabile sia della Convenzione sul genocidio che dell’ordinanza della Corte del 26 gennaio 2024.
È essenziale che la Corte internazionale di giustizia tratti la questione con la massima urgenza, dato il numero quotidiano di vittime a Gaza. La richiesta sostiene che devono essere adottate misure provvisorie per proteggere i civili palestinesi e fermare l’escalation di violenza.
Mentre il Sudafrica assume l’iniziativa di denunciare queste violazioni dei diritti umani, è importante che la comunità internazionale si mobiliti per porre fine a questo ciclo di violenza. È giunto il momento di trovare soluzioni pacifiche e durature per garantire la sicurezza e la dignità di tutte le persone nella regione. Il mondo non può rimanere in silenzio di fronte a tali atrocità, ed è nostro dovere alzare la voce per porre fine a questa inutile violenza.