La situazione di stallo continua in Senegal, dove negli ultimi giorni le manifestazioni contro il rinvio delle elezioni presidenziali hanno preso una piega violenta. Tre persone hanno perso la vita dal 9 febbraio e restano palpabili le tensioni tra il governo e la coalizione di opposizione guidata da Bassirou Diomaye Faye.
Di fronte a questa situazione, la piattaforma elettorale Aar Sunu, che riunisce diverse organizzazioni della società civile, ha deciso di prendere in mano la situazione. Lunedì, durante una conferenza stampa, ha annunciato l’organizzazione di una grande marcia pacifica e silenziosa a Dakar. Questa iniziativa mira a rendere omaggio ai giovani morti durante le recenti manifestazioni e ad esprimere il loro rifiuto di rinviare le elezioni presidenziali.
Questa crescente tensione nel Paese deriva dall’annullamento delle elezioni presidenziali inizialmente previste per il 25 febbraio, seguito dal rinvio al 15 dicembre da parte dell’Assemblea nazionale. Le forze di opposizione e i movimenti della società civile accusano il governo di deriva autoritaria e di uso eccessivo della forza. Da parte sua, il governo si difende affermando di agire nel rispetto della democrazia e dell’ordine pubblico.
Tuttavia, le morti durante le proteste aumentano le tensioni e alimentano le accuse. Nella regione della Casamance, a Ziguinchor, ha perso la vita un giovane di 16 anni, vittima di un trauma cranico. A Dakar, un giovane è stato colpito all’addome durante un assembramento disperso violentemente dalla polizia. Questi incidenti sono stati seguiti da atti di vandalismo e distruzione di proprietà in tutta la capitale.
Il governo ha annunciato che il pubblico ministero esaminerà questi casi per determinare le circostanze esatte. Il ministro del Commercio, portavoce del governo, ha sottolineato che le forze di difesa e di sicurezza hanno la missione di preservare l’ordine pubblico e che hanno agito di conseguenza. Ha puntato il dito anche contro i leader politici e della società civile che incitano i giovani ad attaccare la polizia durante le manifestazioni.
Dall’opposizione queste accuse vengono viste come un diversivo. Il rappresentante del candidato, Bassirou Diomaye Faye, ha espresso i suoi dubbi sulla trasparenza delle indagini in corso, sottolineando il fatto che non sono state effettuate autopsie sulle vittime. Ha ricordato che diverse indagini aperte dal 2021 sui decessi avvenuti durante le manifestazioni precedenti non hanno ancora dato risultati.
In questo contesto di tensione, le manifestazioni a Dakar continuano ad essere vietate, provocando la rabbia dei manifestanti che lo vedono come un attacco alle libertà fondamentali. Il governo sostiene che le proteste sono consentite purché rimangano pacifiche, ma che non tollererà attacchi a infrastrutture vitali.
Il Senegal è quindi precipitato in un’impasse politica e sociale, dove le rivendicazioni dell’opposizione si scontrano con la repressione del governo. La situazione rimane incerta e la pressione continua ad aumentare con l’avvicinarsi della data delle elezioni presidenziali. I prossimi giorni saranno cruciali per la stabilità del Paese e il futuro della sua democrazia.