Lotta all’insicurezza nel Congo orientale: la società civile si mobilita
Mercoledì 14 febbraio, più di 500 donne in rappresentanza di organizzazioni della società civile e difensori dei diritti delle donne, così come uomini impegnati per una mascolinità positiva, hanno risposto all’appello del Ministero per il Genere, la Famiglia e l’Infanzia organizzando una marcia a Kinshasa. Questa mobilitazione mira a denunciare il silenzio della comunità internazionale di fronte alla persistente insicurezza nell’est del Paese.
Vestiti di nero per simboleggiare la loro tristezza e rabbia per il sangue versato dai congolesi nelle province di Goma, Ituri, Nord e Sud Kivu, i manifestanti hanno cantato inni cristiani lungo tutto il percorso. Hanno inoltre presentato un memorandum alla presidenza per chiedere al governo e ai politici di agire in modo più efficace per riportare la pace nell’est del paese.
Sui loro striscioni si leggevano messaggi forti come “Il Congo resterà uno e indivisibile”, “Basta, vogliamo la pace”, “Fermate il genocidio” o anche “Perché questo silenzio?”. I manifestanti hanno chiesto al governo di intraprendere azioni concrete per combattere i gruppi ribelli senza dare priorità al dialogo. Ritengono che sia giunto il momento di rispondere alla violenza con la forza per proteggere le risorse naturali congolesi, invitando coloro che si sono uniti ai gruppi ribelli a tornare alla ragione e sostenere gli sforzi del governo per la stabilità del Paese.
L’obiettivo principale di questa marcia è far sentire la voce delle donne e dimostrare la loro solidarietà al popolo del Congo orientale. Le donne congolesi sono particolarmente colpite dall’insicurezza nella regione, subendo violenze sessuali e abusi di ogni tipo. Mobilitandosi, sperano di attirare l’attenzione della comunità internazionale su questa tragica situazione e ottenere un sostegno più concreto per porre fine all’instabilità nell’est del Paese.
È essenziale che la comunità internazionale si renda conto dell’urgenza della situazione e fornisca una risposta adeguata per proteggere la popolazione congolese. La mobilitazione della società civile, e in particolare delle donne, svolge un ruolo cruciale in questa ricerca di giustizia e pace. Speriamo che questa manifestazione aiuti a far progredire le cose e a porre fine all’insicurezza che affligge il Congo orientale da troppo tempo.
Nancy Clémence Tshimueneka