Oggi il panorama politico congolese è scosso da una storica decisione della Corte Costituzionale, che evidenzia l’incompatibilità tra funzioni ministeriali e mandati elettivi. Infatti, in una sentenza pronunciata l’8 febbraio 2024, la Corte ha ordinato ai membri del governo eletti deputati nazionali di dimettersi entro otto giorni, pena la perdita del mandato elettivo.
Questa decisione, basata sull’articolo 110 della Costituzione del 2006, ha messo sotto tensione il primo ministro Jean-Michel Sama, che ha tentato di contestare questa incompatibilità. Purtroppo per lui, la Corte Costituzionale si è pronunciata a favore della separazione delle due funzioni.
Così, con l’avvicinarsi della scadenza del 17 febbraio, solo il vice ministro degli Esteri, Crispin Mbandu, ha scelto di dimettersi. Tuttavia, alcune indiscrezioni suggeriscono che altri membri del governo potrebbero seguirli entro il 21 febbraio, termine fissato da alcune fonti.
Questa situazione senza precedenti evidenzia le tensioni all’interno del governo congolese e sottolinea l’importanza del rispetto delle disposizioni costituzionali. Questa vicenda rischia di sconvolgere il panorama politico e di ridefinire i contorni del potere nella Repubblica Democratica del Congo.
In attesa di vedere come si svolgeranno gli eventi nei prossimi giorni, è chiaro che la scena politica congolese sta vivendo momenti cruciali che potrebbero plasmare il futuro del Paese. Rimaniamo attenti all’evoluzione della situazione e alle decisioni che verranno prese dagli attori politici interessati.