Nel panorama politico odierno, i doppi standard osservati sulla questione della Palestina e dell’Ucraina sono diventati un tema scottante, in particolare per quanto riguarda il posizionamento del liberalismo bianco. Queste evidenti disparità nel modo in cui molti commentatori bianchi liberali trattano l’invasione russa dell’Ucraina e la distruzione di Gaza da parte di Israele hanno creato profonde divisioni all’interno della società.
La crisi della conquista dello stato in Sud Africa una volta sembrava avvicinare il liberalismo bianco al resto della società sulla questione della corruzione. Tuttavia, questa percezione dell’interesse comune si è gradualmente sgretolata, rivelando la natura profondamente radicata del razzismo all’interno del liberalismo bianco.
Mentre il liberalismo bianco sembra tollerare sofferenze estreme, come quella vista a Gaza, ci sono anche forme grottesche di nazionalismo di estrema destra nei paesi ex colonizzati, sostenuti dall’Occidente. Troviamo queste tendenze negli stati sostenuti dall’Occidente come l’Arabia Saudita, l’India e persino il Sud Africa.
Il nuovo partito uMkhonto weSizwe (MK) di Jacob Zuma, che riunisce opportunisti di estrema destra, criminali e nazionalisti etnici, promuove una visione sociale di estrema destra. Zuma propone in particolare di legalizzare la violenza dei genitori contro i bambini e addirittura di mandare le giovani madri single a Robben Island. Anche politici come Donald Trump negli Stati Uniti o Narendra Modi in India rimarrebbero scioccati da tali proposte di estrema destra.
In un contesto in cui l’IFP promuove apertamente la xenofobia, anche i principali sfidanti dell’ANC nel KwaZulu-Natal flirtano con idee di estrema destra. Questa confusione ideologica che mescola nazionalismo radicale e cleptocrazia solleva interrogativi sul futuro politico del Sudafrica.
I doppi standard osservati su Palestina e Ucraina hanno lasciato il liberalismo bianco moralmente in bancarotta agli occhi di molti sudafricani neri, ma le alternative emergenti all’ANC lasciano altrettanto perplessi.
Come possiamo trovare una politica basata su principi chiari ed equi? Come possiamo dare lo stesso valore alla vita in Ucraina e a Gaza, evitando le ideologie xenofobe e sessiste di partiti come IFP e MK? Come possiamo trovare speranza nella politica elettorale quando l’ANC rientra nella brigata di cattura dello stato, l’EFF si associa alla politica cleptocratica di Zuma e la DA si allinea con l’Occidente?
Il percorso verso una riforma politica significativa appare irto di sfide. Tuttavia, è fondamentale gettare basi solide, riaffermando alcuni principi fondamentali. Innanzitutto è fondamentale condannare fermamente i cleptocrati, siano essi operanti all’interno del MK, dell’EFF o dell’ANC.. La corruzione è un furto ai danni del popolo e coloro che la commettono non possono essere considerati progressisti o radicali.
Successivamente, rifiutiamo l’idea che il Sudafrica debba diventare uno stato vassallo dell’Occidente. Nonostante la ripetuta retorica del liberalismo bianco sulla democrazia e la libertà occidentale, è imperativo non dimenticare i misfatti commessi dall’Occidente in paesi come Iraq, Libia e Palestina.
Infine, affrontiamo di petto la crisi sociale causata dalla disoccupazione di massa, dalla corruzione istituzionalizzata e da una forza di polizia brutale, promuovendo politiche che favoriscano le popolazioni vulnerabili, invece di cedere alla xenofobia, alle divisioni etniche o al palese sessismo.
In questi tempi incerti, in cui il panorama politico sudafricano sembra rovinato dalla corruzione e dal nazionalismo estremo, è essenziale sostenere voci ragionevoli e impegnate, come quella del Ministro delle Relazioni Internazionali Naledi Pandor, che senza esitazione condanna l’invasione dell’Ucraina e il genocidio a Gaza . Queste voci della ragione potrebbero essere il punto di partenza per una riforma politica più giusta ed equa, garantendo un futuro migliore al Sudafrica.