In un contesto internazionale segnato da continui dibattiti sulla pena di morte, una recente decisione della Repubblica Democratica del Congo ha suscitato grave preoccupazione tra le ambasciate di diversi Paesi. Infatti, le ambasciate di Canada, Norvegia, Regno Unito e Svizzera si sono unite per esprimere la loro profonda preoccupazione per la revoca della moratoria sulla pena di morte nella RDC, come rivelato in una dichiarazione congiunta, martedì 20 marzo.
Per quasi 18 anni, la RDC ha mantenuto una moratoria sulle esecuzioni capitali, e nessun individuo è stato giustiziato dal 2003. Questo progresso verso l’abolizione della pena di morte ha rappresentato un passo significativo per la dignità umana e il rispetto dei diritti fondamentali.
Le ambasciate citate hanno chiaramente dichiarato la loro ferma opposizione alla pena di morte in ogni circostanza. Sottolineano che la sua applicazione costituisce un attacco alla dignità umana, senza prove conclusive della sua efficacia dissuasiva. Inoltre, il rischio di un errore giudiziario, le cui conseguenze sono irreversibili e irreparabili, mette in discussione la legittimità di tale pratica.
Questa dichiarazione congiunta mira a ricordare alla RDC e alla comunità internazionale l’importanza di rispettare i principi fondamentali dei diritti umani e di promuovere alternative alla pena di morte. In questi tempi di riflessione e messa in discussione dei sistemi giudiziari, è fondamentale favorire meccanismi giusti ed equi per garantire una giustizia efficace che rispetti i diritti di ogni individuo.
Questa posizione assunta dalle ambasciate illustra l’importanza data alla tutela dei diritti fondamentali e incoraggia il dialogo continuo sulla questione della pena di morte, evidenziando le conseguenze umanitarie e sociali di questa pratica.