Durante la seconda giornata del processo contro Modero Nsimba, ex ministro del Turismo e deputato nazionale, svoltosi davanti alla Corte di Cassazione, la difesa ha sollevato lacune nelle accuse contro il suo cliente. Tra le maggiori mancanze rilevate dagli avvocati vi è la mancata tracciabilità delle dichiarazioni contenute nell’audio incriminato, nonché informazioni sulla sua provenienza, autore e distribuzione. Inoltre, il telefono di Modero, che avrebbe potuto fornire informazioni essenziali, è rimasto nelle mani dell’intelligence militare.
Di fronte a queste zone d’ombra, la difesa ha espresso dubbi sulla colpevolezza del proprio cliente, sottolineando che l’audio incriminante non proveniva da lui. Maître Michel Diembo, avvocato di Modero Nsimba, ha dichiarato: “C’è un chiaro dubbio sulla colpevolezza del nostro cliente, sull’origine di questo audio. L’organismo accusatore non fornisce risposte chiare su chi abbia effettivamente rilasciato questa dichiarazione e come sia stata diffusa. »
La difesa ha quindi chiesto la presenza dell’intelligence militare OPJ davanti al tribunale, accompagnata da tutte le prove necessarie. Questa richiesta mira a chiarire le circostanze relative a questa controversa registrazione. Nonostante ciò, la corte ha deciso di rinviare il processo al mercoledì successivo per accogliere le memorie della difesa e le osservazioni dell’accusa.
Il deputato nazionale Modero Nsimba è accusato di accuse dannose e di diffusione di voci false, in relazione alla morte di Cherubin Okende. La difesa ritiene tuttavia che permangano dubbi sulla sua responsabilità in questa vicenda. La situazione resta quindi tesa e l’esito del processo resta incerto.
La giustizia circonda questa vicenda di mistero e i colpi di scena non fanno altro che rafforzare l’attenzione del pubblico su questa delicata questione. Restiamo quindi in attesa degli sviluppi futuri per saperne di più sulla vicenda Modero Nsimba.