La Rete delle organizzazioni di ispirazione cristiana per i diritti umani e l’educazione civica (RODHECIC) ha recentemente espresso la sua disapprovazione per la decisione del governo di revocare la moratoria sull’esecuzione della pena di morte nella Repubblica Democratica del Congo. Questa organizzazione, fervente difensore dei diritti umani, ritiene che questa misura rappresenti un passo indietro nella tutela fondamentale del diritto alla vita.
In una dichiarazione pubblica, il segretario esecutivo permanente di RODHECIC, Paul Kabeya Mukenge, ha sottolineato l’importanza di mantenere la moratoria sulla pena di morte, istituita nel 2003. Ha ricordato che il diritto alla vita è un principio sacro, sancito dalla Carta africana sulla pena di morte. Diritti umani e dei popoli, nonché dalla Costituzione della Repubblica Democratica del Congo.
La recente nota circolare del Ministero della Giustizia che stabilisce le condizioni per l’esecuzione della pena di morte ha suscitato forti reazioni da parte di RODHECIC. Secondo tale circolare, la pena di morte potrebbe essere applicata in tempo di guerra, in stato d’assedio o di emergenza, oppure durante operazioni di polizia volte al mantenimento dell’ordine pubblico.
RODHECIC chiede il rispetto degli impegni internazionali del Congo riguardo al diritto alla vita e incoraggia il governo a ratificare il secondo protocollo facoltativo relativo al patto internazionale sui diritti civili e politici, volto all’abolizione della pena di morte.
È fondamentale sottolineare che molti Paesi nel mondo hanno preso la decisione di abolire la pena di morte, dimostrando così un’evoluzione verso una giustizia più umana e rispettosa dei diritti fondamentali.
In conclusione, RODHECIC continua a sostenere il mantenimento della moratoria sulla pena di morte nella RDC e incoraggia le autorità a impegnarsi per una reale tutela del diritto alla vita, in conformità con i principi internazionali dei diritti umani.