L’universo musicale del Brasile è ricco di diversità e tradizioni, pieno di ritmi e melodie che catturano l’anima e ti invitano a ballare. Se samba, bossa nova e forro hanno conquistato i palcoscenici internazionali, c’è un genere musicale emblematico meno conosciuto ma altrettanto emozionante: il choro.
Riconosciuto recentemente come patrimonio culturale brasiliano dall’Istituto del Patrimonio Storico e Artistico Nazionale, il choro è un vero gioiello musicale. Nato nel XIX secolo a Rio de Janeiro, incarna il primissimo genere di musica popolare urbana tipicamente brasiliana. La sua sopravvivenza fino ai giorni nostri è il risultato di incontri e condivisioni artistiche all’interno di circoli di musicisti, le famose “rodas de choro”, organizzate nei bar e nei club delle città brasiliane.
Ogni lunedì o domenica alterni, i musicisti si riuniscono al Bar de Serginho, situato nel quartiere Santa Teresa di Rio, per una jam session. Tra questi, Naomi Kumamoto, flautista giapponese che vive in Brasile da due decenni, condivide la sua passione per il choro. Il suo viaggio musicale l’ha portata ad esplorare la musica popolare di vari paesi prima di cadere sotto il fascino accattivante dello choro brasiliano.
Pedro Aragão, mandolinista e ricercatore specializzato nel choro, ha contribuito allo sforzo di far riconoscere questo genere musicale come parte integrante del patrimonio culturale del Brasile. Il suo coinvolgimento nella stesura di un dossier di ricerca a sostegno di questo riconoscimento testimonia l’importanza storica e geografica del choro, evolvendosi da Rio alla diffusione nazionale negli anni ’20 e ’30.
Nel campus dell’Università UNIRIO, vicino al Pan di Zucchero, il choro è al centro dell’attenzione. I docenti impartiscono lezioni settimanali per insegnare la pratica dei principali strumenti del genere. Il “cavaquinho”, piccolo strumento a quattro corde, è particolarmente apprezzato dagli studenti per il suo suono tipicamente brasiliano e la sua facilità di trasporto. Il clarinetto, strumento emblematico del coro da quasi un secolo, viene insegnato anche agli studenti del primo dipartimento di musica dell’università.
Le tradizionali “rodas de choro” che si svolgono nel cortile dell’università offrono agli studenti più avanzati uno spazio per esercitarsi e perfezionare il loro modo di suonare. Sotto la direzione del chitarrista Rafael Mallmith, queste sessioni permettono un’immersione totale nell’interpretazione del choro, incoraggiandoli l’emergere di nuovi talenti in questo stile musicale unico.
La Portable Music School, pioniera nell’insegnamento del choro in modo autentico e non classico, sottolinea l’aspetto storico e sociale di questo genere musicale. Il Choro, molto più che semplice musica, è una vera scuola di vita, frutto dell’ingegno dei musicisti di Rio della fine del XIX secolo.. Hanno saputo trasformare melodie provenienti dall’Europa per creare un nuovo genere, frutto di scambi tra diverse classi sociali e di una innovativa reinterpretazione artistica.
Così, attraverso lezioni, jam session e concerti, il choro continua a vibrare nel cuore delle tradizioni musicali brasiliane, trasmettendo la sua eredità e la sua energia alle generazioni attuali e future. Offrendo un autentico tuffo nell’anima musicale del Brasile, il choro incarna un patrimonio vivente che si perpetua con ogni nota e si rinnova ad ogni esibizione.