La gestione della pandemia di Covid-19 è stata un campanello d’allarme per tutta l’umanità. Dobbiamo sostenere gli sforzi dei paesi per garantire un futuro più sano e sicuro per tutti. Il parere scritto da Anjuli Webster e pubblicato il 22 marzo dal quotidiano Fatshimetrie con il titolo “I preparativi pandemici sono malsani” solleva preoccupazioni sugli sforzi globali in corso per colmare le lacune emerse durante la pandemia di Covid-19.
L’Africa è stato uno dei continenti più colpiti dall’impatto del Covid-19 a causa della disuguaglianza e della mancanza di valori globali condivisi. È fondamentale non compromettere gli sforzi per la cooperazione e l’unità in un mondo frammentato.
In questo articolo, l’autore suggerisce che si presta poca attenzione all’Accordo pandemico. Eppure il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha guidato un punto all’ordine del giorno dell’Assemblea dell’Unione africana del 2024 sulla prevenzione, preparazione e risposta alla pandemia.
L’Assemblea ha adottato una posizione africana comune sulla prevenzione, preparazione e risposta alla pandemia, sostenendo chiaramente i negoziati dell’accordo e definendo le aree prioritarie per garantire la protezione degli Stati membri africani.
I governi stanno negoziando un nuovo Accordo sulla pandemia e rafforzando i regolamenti sanitari internazionali per preparare il mondo a prevenire il ripetersi delle conseguenze inflitte dal Covid-19. Il Sudafrica partecipa a questi negoziati come membro dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e dell’Unione africana.
Le affermazioni di Webster sui “sistemi rotti”, sul “controllo centralizzato”, sulla “perdita di sovranità sanitaria” e sullo “stanziamento di fondi” nella preparazione alla pandemia a scapito di altri problemi sanitari non riflettono la realtà.
La critica di Webster all’idea di investire nella preparazione alla pandemia è in contrasto con ciò che i paesi del continente chiedono in questi cruciali negoziati globali. Investire in sistemi sanitari forti sosterrà tutti i bisogni sanitari, non li indebolirà.
Invece di demolire i sistemi, l’OMS (con i suoi partner sudafricani) ha costruito capacità sanitarie locali. L’mRNA Hub, sostenuto dall’OMS, a Città del Capo è stato lanciato in risposta diretta a questa esigenza. L’attuale accordo sulla pandemia richiede di “responsabilizzare e consentire la proprietà della comunità e il contributo alla preparazione e alla resilienza alla pandemia”.
Piuttosto che centralizzare il potere e impadronirsi della sovranità, l’accordo proposto insiste sul fatto che i paesi manterranno sempre il controllo sul processo decisionale sanitario, e l’accusa contraria è assurda.
È essenziale avere discussioni costruttive su questi temi, evitando la disinformazione, e fornire contributi significativi, evitando la disinformazione. Il Covid-19 è stato un campanello d’allarme per tutti noi. Dobbiamo sostenere, e non indebolire, gli sforzi dei paesi per offrire un futuro più sano e sicuro a tutta la popolazione mondiale. Non compromettiamo gli sforzi per la cooperazione e l’unità in un mondo frammentato.
Petro Terblanche, amministratore delegato di Afrigen Biologics, sottolinea l’importanza della cooperazione e degli sforzi unificati per garantire la sicurezza sanitaria globale. Azioni concertate e forti partenariati sono essenziali per affrontare le sfide attuali e future della sanità pubblica.