La rabbia cresce a Saké, dove centinaia di sfollati hanno recentemente organizzato una marcia per protestare contro il saccheggio delle loro proprietà, delle loro case e dei raccolti abbandonati. Questa manifestazione, iniziata nel campo degli sfollati di Kimachini e poi diretta verso l’ufficio nel distretto di Mugunga, mette in luce gli orrori della popolazione fuggita dall’insicurezza che regna nella regione.
Secondo le testimonianze raccolte tra gli sfollati, sembra che membri delle forze armate congolesi (FARDC) e combattenti locali siano responsabili della distruzione delle loro proprietà. Oltre ai danni materiali, gli sfollati denunciano anche gli attacchi e le estorsioni perpetrati da individui armati nei siti che ospitano gli sfollati, in particolare a Lac-Vert e Mugunga.
La repressione del corteo da parte della polizia, avvenuta intorno alle 10, ha costretto i manifestanti a ritornare nei loro accampamenti. Tuttavia, questa azione ha evidenziato la determinazione degli sfollati a far sentire la propria voce e a difendere i propri diritti di fronte al danno subito.
Di fronte a questa situazione, le autorità cittadine hanno inviato una delegazione nei campi sfollati per dialogare con i leader dei manifestanti. Questi ultimi chiedono soprattutto il ritorno della pace a Saké e nei suoi dintorni, condizione sine qua non per consentire loro di ritornare nei luoghi di origine e per proteggere le proprietà non ancora devastate.
Questa marcia rabbiosa degli sfollati di Saké rivela una situazione preoccupante in cui la popolazione civile si trova intrappolata tra la violenza dei diversi attori armati che operano nella regione. È fondamentale adottare misure concrete per garantire la sicurezza dei residenti e prevenire ulteriori atti di violenza e saccheggi.
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