Gli ebrei tunisini che organizzano un pellegrinaggio annuale in una delle sinagoghe più antiche del mondo stanno pianificando un evento più piccolo il mese prossimo, citando problemi di sicurezza a meno di un anno dalla sparatoria mortale che ha scioccato la loro comunità.
Migliaia di fedeli si recano regolarmente a Djerba, l’isola nordafricana dove risiedono molti dei restanti 1.500 ebrei tunisini, per celebrare la festa ebraica di Lag B’Omer. Ma quest’anno, la comunità ha deciso di limitare i festeggiamenti alla sinagoga El-Ghriba, risalente a 26 secoli fa, invece degli eventi tradizionalmente organizzati in tutta l’isola.
“Pregate, accendete una candela, entrate nella sinagoga, tutti i visitatori sono i benvenuti”, ha detto all’Associated Press Perez Trabelsi, capo della comunità ebraica dell’isola.
La mossa arriva più di sei mesi dopo la guerra tra Israele e Hamas, che si è ripercossa in Medio Oriente e Nord Africa, scatenando proteste di massa dal Marocco all’Iraq. In Tunisia, la maggior parte delle proteste sono state pacifiche, ma a ottobre i manifestanti hanno profanato una sinagoga ad Al-Hammah, sulla terraferma.
La limitazione del pellegrinaggio a Lag B’Omer è un duro colpo per l’industria del turismo di Djerba dopo aver accolto più di 7.000 persone durante l’evento di tre giorni lo scorso anno. Pochi giorni dopo la sua conclusione, una guardia nazionale trentenne ha ucciso cinque persone nella sinagoga di El-Ghriba, seminando il panico tra la popolazione e i visitatori.
La sparatoria e la guerra tra Israele e Hamas sono temi politicamente delicati nel Paese nordafricano. Trabelsi ha attribuito la decisione di limitare i festeggiamenti del Lag B’Omer quest’anno a problemi di sicurezza legati alla sparatoria, non alla guerra. Ha detto che la comunità non si sente minacciata, ma i suoi leader si sentono obbligati a proteggerla.
Ha elogiato le autorità tunisine per il loro lavoro volto a garantire la sicurezza dell’evento e ha sottolineato in una dichiarazione venerdì l’importanza del pellegrinaggio: “La Tunisia e Djerba rimarranno terre di tolleranza, convivenza e pace”.
Domande simili sono state sollevate per quanto riguarda i pellegrinaggi annuali ai siti ebraici in Marocco, storicamente sede della più grande comunità ebraica del Nord Africa.