I bambini di Gaza: il pesante fardello della guerra e dell’incertezza

Sotto il caldo sole di Gaza, i bambini piccoli con i sandali accigliati, mentre altri vagano a piedi nudi nel cortile di un’enorme scuola a Deir al-Balah, nel centro di Gaza.

Le riprese della CNN mostrano vestiti stesi sui fili del bucato e tende di plastica polverose che sventolano al vento.

“La nostra vita è un lungo percorso di sofferenza, senza acqua potabile e senza un riparo decente”, lamenta Mohammad Shabat, uno sfollato palestinese.

“Non c’è sanità, né istruzione. Come vivranno questi bambini? Come studieranno? Abbiamo attraversato la pandemia COVID e ora la guerra. Siamo mentalmente esausti. Ho 60 anni, ho già vissuto guerre, ma non abbiamo mai subito una tale oppressione. »

I palestinesi descrivono mesi di sfollamento forzato, aspettando con ansia notizie dei propri cari separati nell’enclave, senza tregua dagli attacchi israeliani.

Rahaf Shabbat, giovane studentessa costretta a fuggire da Beit Hanoun, nel nord di Gaza, confida alla CNN il suo disagio per l’interruzione dell’anno scolastico causata dalla guerra.

“Oggi sono passati 200 giorni di guerra, ma sembrano 200 anni… di paura, orrore, razzi, martiri e morti”, dice.

Un’altra bambina palestinese, Rama Shabat, dice di non vedere i suoi cari da sette mesi. Il dolore della separazione e l’incertezza sul futuro della sua famiglia gravano pesantemente sulle sue giovani spalle.

La multiforme tragedia vissuta da questi bambini palestinesi, intrappolati in un conflitto senza fine, evidenzia la portata della sofferenza sopportata quotidianamente da civili innocenti intrappolati nel cuore di una zona di conflitto permanente.

È fondamentale prendere coscienza di queste realtà complesse e far sentire la voce di quanti, di fronte alle avversità, aspirano a una vita migliore, segnata dalla pace e dalla giustizia.

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