In una dichiarazione toccante datata martedì 23 aprile, la Commissione nazionale per i diritti umani (CNDH) dell’Alto Katanga ha lanciato l’allarme riguardo agli atti di tortura e trattamenti inumani e degradanti all’interno degli istituti penitenziari della provincia. La prigione di Boma, situata nel territorio di Kipushi, ha evidenziato queste pratiche rivoltanti attraverso immagini scioccanti, inclusi ex prigionieri che frustano nuovi detenuti.
Di fronte a questa drammatica realtà, il CNDH ha esortato il ministro e il capo della divisione provinciale di giustizia a garantire un’applicazione rigorosa della legislazione penitenziaria e del regime disciplinare vigente nelle carceri della regione. Inoltre, la Commissione ha chiesto con fermezza che i responsabili di atti di tortura e maltrattamenti siano portati di fronte alla giustizia, affermando con fermezza che tali pratiche non saranno tollerate.
Oltre alle misure repressive, è cruciale adottare un approccio proattivo per prevenire questi abusi. Il CNDH raccomanda di potenziare le competenze del personale penitenziario nella gestione degli istituti penitenziari e di sensibilizzare i detenuti sull’importanza dell’ordine e della disciplina in carcere. La formazione delle persone detenute sulla collaborazione prevista con gli agenti penitenziari può contribuire a creare un ambiente rispettoso dei diritti fondamentali di tutti.
Questa situazione sottolinea l’indispensabile necessità di garantire il rispetto della dignità umana, anche in contesti carcerari. La lotta contro la tortura e i maltrattamenti deve rimanere una priorità assoluta per qualsiasi società che aspiri alla giustizia e al rispetto dei diritti umani. Attraverso l’adozione di ferme misure preventive e repressive, le autorità provinciali possono trasmettere un chiaro messaggio che tali atti non saranno tollerati e che coloro che li compiono saranno ritenuti responsabili delle loro azioni davanti alla legge.
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