Orrore e violenza: il massacro dei giovani volantinisti in Sud Africa

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La settimana scorsa, sette giovani neri sono stati brutalmente uccisi nel cuore della zona di guerra del Natal. Questi ragazzi, tutti nell’adolescenza o nei vent’anni, sono stati torturati per ore in una scuola elementare a Ndwedwe, dopo essere stati assunti per distribuire volantini del Consiglio Esecutivo di Transizione (TEC) che incoraggiavano la popolazione a votare. Il direttore della scuola e la sua guardia del corpo sono stati arrestati insieme ad altre quattro persone in relazione a questi orribili omicidi.

Le vittime, impiegate part-time a Durban, stavano distribuendo volantini che spiegavano la nuova Costituzione del Sudafrica e i diritti di voto. Non erano politici, ma fornivano informazioni sui diritti dei votanti. Nonostante ciò, a Ndwedwe hanno fatto l’amara scoperta che la nuova Costituzione non garantiva loro alcuna protezione.

Il loro furgone si è fermato alla scuola di Tokomele, dove vennero accolti dal preside, Elliot Shangase, un membro di spicco di Inkatha. Poco dopo, un gruppo armato ha fatto irruzione nell’edificio e ha iniziato a torturare i distributori. Picchiati, bruciati e aggrediti con machete, i giovani non hanno avuto scampo. Ngcamu, uno dei sopravvissuti, è riuscito a fuggire mentre gli altri venivano trucidati e gettati in un burrone.

Lo sforzo per trovare giustizia è stato ostacolato dalla ritrosia della polizia locale. Andy Cox, il capo dell’azienda incaricata della distribuzione dei volantini, ha faticato a ottenere assistenza e collaborazione dalle forze dell’ordine. La scoperta dei corpi è avvenuta solo dopo un’indagine prolungata, nonostante i segni evidenti di violenza nella scuola.

Questo tragico episodio mette in luce la fragilità e la complessità della situazione politica in Sudafrica, in un contesto segnato da minacce di violenze e resistenze al processo di democratizzazione. La morte di questi giovani, impiegati innocenti, rappresenta un atto vile e inaccettabile, che richiede una reazione decisa e una ricerca della verità approfondita.

La lotta per la giustizia e la pace in queste regioni martoriate dalla violenza deve essere al centro dell’agenda politica e sociale, affinché episodi come questi non si ripetano nel futuro di un paese che ha tanto sofferto e lottato per conquistare la libertà e i diritti democratici.

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