È finalmente iniziato il decongestionamento del carcere centrale di Kenge, situato nella provincia di Kwango. Questa decisione segue le linee guida del comitato provinciale per la sicurezza, che ha sottolineato l’urgenza di ridurre il personale dell’unico carcere funzionante della regione. Mercoledì sono state adottate le prime misure con il rilascio di 10 detenuti. Questi prigionieri, perseguiti per reati minori come il semplice furto o l’estorsione, hanno così potuto riconquistare la libertà.
Dopo questa prima ondata di rilasci, il direttore della prigione centrale di Kenge, Yves Mabenga, ha annunciato che anche altri 5 detenuti sono in attesa di essere rilasciati, previo rispetto della procedura regolamentare. Questa iniziativa mira ad alleviare il sovraffollamento carcerario che affligge questo istituto da molti anni. Costruita nel 1958 per ospitare 35 detenuti, la prigione centrale di Kenge conteneva in realtà 266 prigionieri, portando a condizioni di detenzione deplorevoli.
Oltre al sovraffollamento, la prigione centrale di Kenge deve affrontare sfide importanti in termini di cibo e assistenza sanitaria. Sono stati segnalati casi di malattie, inclusa la tubercolosi, che hanno messo a rischio la salute dei detenuti. Inoltre, l’assenza di celle idonee ha portato ad uno sfortunato mix tra uomini, donne e bambini, a causa della mancanza di strutture separate per ciascuna categoria.
Il rilascio di questi detenuti costituisce un primo passo verso il miglioramento delle condizioni di detenzione all’interno della prigione centrale di Kenge. Tuttavia, è imperativo continuare gli sforzi per garantire condizioni dignitose che rispettino i diritti umani per tutti i detenuti. Questa azione, guidata dalla necessità di alleviare la congestione del sistema penitenziario e garantire una reale riabilitazione dei detenuti, deve essere seguita da misure concrete per evitare che la situazione si ripeta in futuro.
In definitiva, decongestionare la prigione centrale di Kenge è un passo cruciale nella ricerca di una giustizia più umana ed equa. Spetta alle autorità competenti garantire che questa iniziativa sia portata avanti in modo efficiente e trasparente, nel rispetto dei diritti fondamentali di ciascun individuo.