Al centro della recente decisione resa dal giudice James Omotosho c’è una questione fondamentale: la legittimità del querelante, Shaibu, di contestare il risultato delle primarie. Infatti, la sua mancata partecipazione all’evento e la sua assenza fisica sul luogo delle elezioni mettono in dubbio la sua capacità di contestarne la validità.
Il giudice Omotosho ha sottolineato che l’azione legale di Shaibu era prematura, poiché non aveva esaurito i meccanismi di risoluzione delle controversie interne al partito prima di rivolgersi alla corte. In quanto membro del PDP, aveva l’obbligo di rispettare le regole del partito, le quali stabiliscono che un candidato insoddisfatto deve prima ricorrere alla commissione per i ricorsi interna del partito prima di intraprendere un’azione legale.
Questo caso evidenzia l’importanza di seguire le procedure interne di un partito politico per risolvere le controversie in modo appropriato. Aggirando questi processi, Shaibu ha compromesso la propria legittimità e la sua capacità di contestare in modo efficace e valido le decisioni prese all’interno del partito.
È fondamentale che i membri di un partito politico rispettino le regole stabilite e seguano i rimedi interni prima di portare una controversia in tribunale. Ciò mira a garantire equità e trasparenza nel processo decisionale del partito, nonché ad evitare controversie premature e infondate.
In conclusione, la decisione del giudice Omotosho evidenzia l’importanza del rispetto delle regole e delle procedure interne ad un partito politico. Seguendo meccanismi consolidati di risoluzione dei conflitti, i membri possono preservare l’integrità del processo democratico e garantire un processo decisionale giusto ed equo.