Lotta globale contro la mutilazione genitale femminile: l’appello all’azione del senatore Tinubu

L’eliminazione della mutilazione genitale femminile rappresenta una sfida globale significativa che richiede un’azione collettiva e una continua sensibilizzazione. Il senatore Tinubu ha recentemente chiesto un’azione concertata per porre fine a questa pratica barbara in occasione della consultazione tecnica globale annuale del 2024 dell’UNFPA e dell’UNICEF ad Abuja.

La mutilazione genitale femminile (MGF) è una violazione dei diritti umani riconosciuta a livello internazionale che comporta l’alterazione o la lesione dei genitali femminili per ragioni non mediche. Secondo l’OMS, circa 230 milioni di ragazze e donne hanno subito una qualche forma di MGF in tutto il mondo, e circa 68 milioni di ragazze sono esposte alla pratica tra il 2015 e il 2030. La Nigeria è tra i paesi con il terzo più alto tasso di prevalenza di mutilazioni genitali femminili, con circa un decimo delle sopravvissute alle MGF in tutto il mondo.

Le conseguenze delle MGF sono gravi e portano a dolore fisico, infezioni, anomalie urinarie, complicazioni durante il parto, ma anche conseguenze emotive e psicologiche come bassa autostima, stress post-traumatico, ansia e depressione.

È essenziale intensificare gli sforzi di sensibilizzazione per eliminare questa pratica dannosa. I progressi compiuti nella lotta contro le MGF sono incoraggianti, ma resta ancora molto da fare. La collaborazione con le mogli dei governatori di diversi stati della Nigeria e con altre parti interessate è essenziale per affrontare in modo critico questo problema.

Per eliminare l’ignoranza e portare avanti il ​​cambiamento, è fondamentale migliorare l’educazione e la consapevolezza attraverso campagne mediatiche, interventi sanitari e impegni a livello comunitario. Inoltre, è necessario sostenere i sopravvissuti fornendo loro servizi medici, legali e psicologici completi per aiutarli a riconquistare la propria dignità.

Inoltre, l’applicazione di leggi come il Child Rights Act del 2003 e il Prevention of Violence Against Persons Act del 2015 deve essere rafforzata per garantire un’adeguata protezione contro la mutilazione genitale femminile.

In conclusione, la lotta contro le mutilazioni genitali femminili richiede una mobilitazione intersettoriale. Collaborando con gruppi di donne, giovani, organizzazioni della società civile, organizzazioni religiose e governo, è possibile sviluppare capacità, condividere le migliori pratiche e creare un movimento sostenibile contro la violenza di genere e la mutilazione genitale femminile. È quindi giunto il momento di agire con decisione per porre fine a questa pratica e garantire la tutela dei diritti e della dignità delle donne e delle ragazze.

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