**Fatshimetrie: Un ritorno storico – I 39 oggetti ugandesi che ritornano dopo più di un secolo di assenza**
L’Università di Cambridge ha preso la storica decisione di prestare una collezione di 39 oggetti tradizionali ugandesi al loro paese d’origine nell’Africa orientale. Questi manufatti, che vanno dagli ornamenti tribali alle delicate ceramiche, saranno in prestito per un periodo iniziale di tre anni. Questo gesto pone interrogativi sul significato che questi oggetti, creati da mani esperte, possono avere oggi per chi li ha plasmati.
Mark Elliot, curatore senior dell’Università di Cambridge, sottolinea l’importanza di questo ritorno alla terra di oggetti da tempo lontani dalla loro terra natale. Secondo lui è tempo di studiare la storia di questi oggetti, il loro significato contemporaneo e di prendere decisioni informate sul loro futuro. Insiste sul fatto che questa ricerca deve essere condotta in Uganda dagli ugandesi, sottolineando l’importanza della legittimità del contesto locale nell’interpretazione di questi manufatti.
La maggior parte di questi oggetti ugandesi furono acquisiti dall’Università di Cambridge attraverso donazioni da collezioni private, tra cui quella di un missionario anglicano attivo in Uganda dopo che il paese divenne un protettorato britannico nel 1894. Questo capitolo oscuro della storia coloniale è evocato da Jackline Nyiracyiza, commissaria in carica del governo ugandese. di musei e monumenti, che ricorda la devastazione causata dal saccheggio culturale dell’Africa nel XIX secolo. Sottolinea che questi oggetti culturali, molto più che semplici tesori, rappresentano una parte essenziale del patrimonio africano, confiscato in nome della “civiltà” occidentale.
L’accordo tra Uganda e Cambridge prevede la possibilità di un prestito permanente e, eventualmente, di un’appropriazione locale degli oggetti. I manufatti riportati sono stati scelti da curatori ugandesi, come Solomy Nabukalu che era particolarmente interessato agli oggetti del regno di Buganda, uno dei regni Bantu dell’Uganda. Questo processo di restituzione mira a ristabilire un legame tra il popolo ugandese e il suo patrimonio culturale lontano dalle sue radici, offrendo così la possibilità di riappropriazione della propria storia.
Questo approccio alla restituzione di oggetti culturali rubati o sottratti è al centro degli sforzi dell’Unione africana per sviluppare una politica comune per la restituzione del patrimonio culturale saccheggiato. Questo ritorno simbolico degli oggetti ugandesi alla loro terra natale risuona come un atto di giustizia storica, aprendo la strada alla riconciliazione con un passato doloroso e al riconoscimento dell’importanza di preservare e promuovere il patrimonio culturale africano.