La crisi energetica in Congo: sfide e prospettive

La carenza di elettricità a Brazzaville e Pointe-Noire sta avendo gravi conseguenze economiche in Congo. I lavoratori autonomi e gli imprenditori subiscono notevoli perdite finanziarie a causa delle interruzioni di corrente. Nonostante i massicci investimenti nel settore, persistono dubbi sull’efficacia delle infrastrutture esistenti. Si evidenzia la necessità di diversificare le fonti energetiche, in particolare verso l’energia idroelettrica, per garantire un approvvigionamento stabile. Una profonda riforma del settore energetico appare essenziale per garantire lo sviluppo economico del Paese.
Fatshimetrie, un nome che risuona nelle strade di Brazzaville e Pointe-Noire negli ultimi mesi. Queste due grandi città del Congo, infatti, stanno attualmente affrontando una crisi energetica senza precedenti, nonostante i colossali investimenti realizzati negli ultimi vent’anni nelle infrastrutture elettriche. Questa carenza di energia elettrica ha forti ripercussioni sull’intera economia congolese, colpendo sia le grandi aziende pubbliche che i piccoli attori del settore informale.

Seduto sotto un albero in un parco nel centro di Brazzaville, un designer di infografiche, che preferisce rimanere anonimo, esprime la sua frustrazione. Il suo computer è inerte da due giorni per mancanza di corrente, impedendogli di svolgere il suo lavoro. Questa realtà è condivisa da molti imprenditori e lavoratori indipendenti che vedono le loro attività fortemente colpite da queste interruzioni di corrente.

Il segretario esecutivo dell’Osservatorio congolese per i diritti dei consumatori, Mermans Babounga, sottolinea l’enorme deficit subito dalle piccole imprese del settore informale. Le perdite finanziarie sono ingenti, vanno da 50.000 franchi CFA a 700.000 franchi CFA al mese, a causa delle spese generate dall’acquisto del carburante per i generatori e dalla manutenzione delle attrezzature.

Tuttavia, negli ultimi due decenni, il Congo ha investito ingenti somme nella costruzione di impianti di produzione di energia elettrica. Nel paese è stata costruita una centrale elettrica alimentata a gas con una capacità di oltre 470 megawatt. Tuttavia, la qualità del servizio fornito solleva legittimi interrogativi sull’efficacia di questi investimenti. Brice Mackosso della Coalizione Publish What You Pay Congo si interroga sui risultati concreti ottenuti fino ad oggi.

La crisi attuale sembra essere legata a un problema con la fornitura di gas alla principale centrale elettrica del Paese, responsabile del 72% della produzione elettrica. Viene avviata una riflessione sulla necessità di diversificare le fonti energetiche, favorendo in particolare le dighe idroelettriche per garantire un approvvigionamento sostenibile e rispettoso dell’ambiente.

Pertanto, l’attuale situazione energetica in Congo evidenzia le sfide che il Paese deve affrontare in termini di elettricità. Le interruzioni ricorrenti evidenziano la necessità di una transizione verso fonti energetiche più sostenibili e stabili per garantire lo sviluppo economico e sociale del Paese. Una riforma approfondita del settore energetico sembra essere una priorità per soddisfare le crescenti esigenze della popolazione congolese e degli attori economici locali.

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