La ricerca della connettività nelle colline di Matobo: una storia di resilienza e disuguaglianza digitale

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Nel profondo delle maestose colline Matobo dello Zimbabwe, ogni giorno si svolge una scena insolita. I residenti del villaggio di Silozwe, situato a meno di 50 km dalla città di Bulawayo, intraprendono un’ardua salita alla ricerca di una rete mobile. In questo remoto angolo del Paese, la connettività è tutt’altro che scontata.

Per alcuni, questa ripida salita può sembrare banale, ma per i residenti di Silozwe è un rito quotidiano rimanere in contatto, scambiare messaggi e controllare i social media. Un compito arduo, soprattutto per gli anziani come Sakhile Sibindi, una nonna di 60 anni che cammina per 5 km per raggiungere il punto migliore per la ricezione del segnale.

La mancanza di connettività nelle aree rurali non è un fenomeno esclusivo dello Zimbabwe. Secondo le stime delle Nazioni Unite, infatti, circa un terzo della popolazione mondiale, ovvero 2,6 miliardi di persone, non ha accesso a Internet. Questa constatazione solleva questioni cruciali sulle pari opportunità e sull’accesso alle informazioni, all’istruzione e alle opportunità professionali.

Nella regione sub-sahariana, un quarto della popolazione utilizza il cellulare per connettersi a Internet, ma il 15% dei residenti vive in zone non coperte dalla rete, secondo GSMA, gruppo industriale delle telecomunicazioni. Le colline di Matobo, dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO per le loro imponenti rocce, offrono un sollievo temporaneo alla popolazione di Silozwe.

Tuttavia, questa soluzione improvvisata presenta grossi inconvenienti, in particolare la mancanza di riservatezza delle comunicazioni. Sakhile Sibindi sottolinea che i vicini ficcanaso possono facilmente origliare le conversazioni telefoniche. Inoltre, in caso di emergenza notturna, l’accesso alla rete diventa quasi impossibile, mettendo a rischio la vita di alcuni residenti che potrebbero trovarsi in difficoltà.

Di fronte a queste difficoltà, alcuni abitanti dei villaggi hanno trovato suggerimenti ingegnosi per sopperire alla mancanza di rete. I telefoni attaccati ai pali o appesi ai rami degli alberi sono soluzioni improvvisate comuni. Anna Tiyo, 42 anni, ha addirittura improvvisato una stazione di rete utilizzando un vecchio barile di metallo sotto un albero particolarmente ben collegato.

Questa ricerca per rimanere in contatto ha una dimensione economica cruciale, soprattutto per professionisti come Bukhosibethu Moyo, un imprenditore edile. Le interruzioni della copertura di rete le hanno già costato clienti e opportunità di business, mettendola in una situazione precaria in un paese dove povertà e disoccupazione sono diffuse.

Nonostante la penetrazione della telefonia mobile nello Zimbabwe superi il 97%, molti residenti rurali si sentono esclusi dai benefici della connettività. Il governo ha preso iniziative per migliorare la situazione, annunciando investimenti nelle infrastrutture e l’istituzione di programmi volti a dotare di computer le scuole rurali.

Tuttavia, il ritmo dei progressi rimane lento, lasciando molti abitanti dei villaggi ad aspettare e a sentirsi abbandonati. Mentre il Ministero delle Comunicazioni promette una trasformazione digitale del Paese, residenti come Anna Tiyo continuano a rivendicare il loro diritto alle pari opportunità e all’accesso alle stesse opportunità di chi vive nelle aree urbane.

In conclusione, la ricerca di connettività nelle zone rurali dello Zimbabwe illustra le sfide persistenti dell’inclusione digitale. Al di là delle questioni tecniche, è una questione di equità, di sviluppo e di accesso alle opportunità per tutti. È fondamentale che le autorità adottino misure concrete per colmare il divario digitale e fornire a tutti i cittadini gli strumenti necessari per prosperare in un mondo sempre più interconnesso.

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