Fatshimetrie, 26 giugno 2024. La lotta contro la tortura nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) ha preso una nuova svolta con la promozione della mascolinità positiva come efficace mezzo di prevenzione. Nel corso di un dibattito-dibattito con gli Ufficiali di Polizia Giudiziaria (OPJ), le questioni legate alla tutela dei diritti umani sono state al centro dei dibattiti. In occasione della Giornata mondiale a sostegno delle vittime della tortura, il 26 giugno, i dibattiti hanno evidenziato il ruolo cruciale della femminilità e della mascolinità positiva nella prevenzione di tutte le forme di violenza, in particolare degli atti violenti di tortura spesso nascosti nell’ombra.
Carlin Vese Pinzi, presidente nazionale della Rete degli uomini impegnati per l’uguaglianza di genere nella RDC (Rheeg-RDC), ha sottolineato che la tortura resta inaccettabile e che le vittime meritano sostegno psicosociale per ricostruire se stesse e immaginare un futuro migliore. Ha sottolineato il concetto di tortura psicologica, sottolineando che l’abuso mentale può avere un impatto profondo e duraturo sugli individui. Ha ricordato che la tortura fisica e quella psicologica spesso si completano a vicenda, creando un circolo vizioso di paura, dolore e coercizione.
Rheeg-RDC lavora per sensibilizzare le forze dell’ordine sull’importanza dell’intelligenza emotiva nella loro professione. La missione della polizia, infatti, è proteggere la popolazione, e ciò implica anche il rispetto dei diritti fondamentali e la presa in considerazione dei traumi psicologici. Carlin Vese ha esortato gli agenti a non cedere alla violenza e a trattare ogni individuo con rispetto, sottolineando che la legge deve essere applicata senza ricorrere alla tortura.
La commemorazione di questa giornata ricorda l’importanza della Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, umani o degradanti, entrata in vigore nel 1987. La RDC è uno dei 174 Stati firmatari, impegnata quindi nella lotta contro la tortura per proteggere i diritti umani dei suoi cittadini. Questa consapevolezza collettiva è essenziale per costruire un futuro in cui la dignità di ognuno sia rispettata e tutelata.
In conclusione, la mascolinità positiva si rivela uno strumento prezioso nella prevenzione della tortura e della violenza. Valorizzando la gentilezza, il rispetto e l’empatia, gli uomini possono contribuire a instaurare un clima di pace e sicurezza in cui siano garantiti i diritti di tutti. È urgente che tutti si impegnino a promuovere una cultura della non violenza e del rispetto reciproco, per costruire insieme un mondo in cui la dignità umana sia una realtà per tutti.