Elezioni parlamentari in Francia: questioni cruciali e tensioni crescenti

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Domenica gli elettori di tutta la Francia hanno iniziato a votare per il primo turno delle cruciali elezioni parlamentari del giugno 2022. Queste elezioni a doppio turno, che si concluderanno il 7 luglio, potrebbero avere ripercussioni sulla vita dei cittadini binazionali, sulla politica estera del paese e sulla gestione dell’arsenale nucleare francese e della sua forza militare globale.

Persistono preoccupazioni economiche tra molti elettori francesi, che esprimono frustrazione per l’alto costo della vita e per la governance del presidente Emmanuel Macron. Il partito anti-immigrazione di Marine Le Pen, il Rassemblement National, è stato in grado di sfruttare e alimentare questo malcontento.

Una nuova coalizione di sinistra, il Nuovo Fronte Popolare, rappresenta anche una sfida alle misure pro-business e anti-welfare guidate da Macron e dalla sua alleanza centrista, Ensemble pour la République.

Circa 49,5 milioni di elettori registrati sceglieranno nei due turni di votazione 577 membri dell’Assemblea nazionale, la camera bassa del Parlamento francese.

Territori d’oltremare

Dopo un’intensa campagna segnata da un aumento dell’incitamento all’odio, le votazioni sono iniziate presto nei territori francesi d’oltremare e i seggi elettorali sono stati aperti nella Francia continentale alle 8:00 (06:00 GMT) di domenica. Le prime stime saranno attese alle 20 (18.00 GMT), quando chiuderanno gli ultimi seggi elettorali, mentre i primi risultati ufficiali saranno attesi domenica sera.

Nell’irrequieto territorio della Nuova Caledonia, i seggi elettorali hanno già chiuso alle 17, a causa del coprifuoco dalle 20 alle 6 che le autorità dell’arcipelago hanno prolungato fino all’8 luglio.

Nove persone sono morte durante rivolte durate due settimane in Nuova Caledonia, dove gli indigeni Kanak cercavano da tempo la libertà dalla Francia, che per prima prese il controllo del territorio pacifico nel 1853. La violenza è scoppiata il 13 maggio in risposta ai tentativi del governo Macron di modificare la Costituzione francese. e cambiare le liste elettorali in Nuova Caledonia, cosa che i Kanak temevano li avrebbe ulteriormente emarginati.

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