Nell’era odierna della globalizzazione, il commercio tra paesi svolge un ruolo cruciale nello sviluppo economico e sociale. Le esportazioni di frutta, in particolare agrumi come arance e pompelmi, sono fondamentali per molte economie, inclusa quella del Sud Africa.
Il Sudafrica è al secondo posto nel mondo per esportazioni di agrumi, subito dopo la Spagna. Con esportazioni che raggiungeranno 1,9 miliardi di dollari nel 2022, l’industria degli agrumi rappresenta un pilastro vitale dell’economia sudafricana. Tuttavia, questo settore vitale si trova attualmente al centro di una disputa con l’Unione Europea, uno dei suoi principali partner commerciali.
Secondo l’Economic Complexity Observatory, gli agrumi sudafricani, tra cui arance e pompelmi, arrivano nei Paesi Bassi, nel Regno Unito, in Russia, negli Emirati Arabi Uniti e in Cina. L’Unione Europea occupa un posto predominante tra questi mercati, restrizioni o interruzioni commerciali potrebbero causare notevoli problemi finanziari agli operatori del settore.
Questa disputa commerciale deriva da nuove e più severe norme imposte dall’UE sulla salute delle piante, principalmente per contrastare due minacce: la macchia nera degli agrumi e la falsa carpocapsa. Secondo il servizio di ispezione veterinaria e fitosanitaria degli Stati Uniti, la macchia nera è una malattia fungina che lascia segni e lesioni sui frutti, senza comprometterne la qualità interna.
Tuttavia, secondo il Dipartimento dell’Agricoltura, della Riforma Agraria e dello Sviluppo Rurale, il Dipartimento del Commercio, dell’Industria e della Concorrenza e l’Associazione dei coltivatori di agrumi dell’Africa meridionale, la macchia nera non può essere trasmessa attraverso i frutti stessi. Nonostante le prove scientifiche indichino che la malattia non può essere trasmessa attraverso i frutti, l’UE mantiene le sue misure rigorose contro i coltivatori di agrumi sudafricani.
La falsa carpocapsa, una specie invasiva originaria dell’Africa sub-sahariana, è in grado di causare ingenti danni attaccando frutti come agrumi, avocado, melograni e noci di macadamia. Esistono metodi di controllo biologico per controllare questo parassita, ma le nuove normative UE impongono costi aggiuntivi e procedure onerose ai coltivatori sudafricani.
Il Sudafrica denuncia con veemenza queste nuove regole dell’UE, che ritiene contrarie alla scienza e minacciano il sostentamento di circa 100.000 persone, mentre 140.000 posti di lavoro dipendono dall’industria degli agrumi. I costi aggiuntivi legati al rispetto di queste normative potrebbero rendere l’esportazione di agrumi non redditizia per il Paese, ha affermato Justin Chadwick, amministratore delegato della Citrus Growers Association..
Di fronte a questa situazione, il Sudafrica ha chiesto la creazione di due gruppi in occasione di una riunione dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) per indagare sulle normative dell’UE, descritte come “misure non scientifiche e discriminatorie. Lo stallo commerciale solleva preoccupazioni sul futuro delle esportazioni di agrumi sudafricani verso l’UE e mette in luce le sfide che devono affrontare i coltivatori e i lavoratori del settore.
Regna l’incertezza sulla risoluzione di questa controversia commerciale, poiché il Sudafrica e l’UE continuano a non essere d’accordo sulle normative fitosanitarie. Di fronte a questa situazione complessa, diventa imperativo trovare un terreno comune che preservi sia gli interessi dei produttori di agrumi sudafricani sia le preoccupazioni sanitarie dell’UE, al fine di mantenere un commercio reciprocamente vantaggioso e sostenibile.