La transizione politica in Francia: dimissioni del primo ministro e riforme sull’immigrazione

Il governo francese è nel mezzo di una transizione, con le dimissioni del primo ministro Gabriel Attal accettate dal presidente Emmanuel Macron. Tuttavia, invece di lasciare immediatamente l’incarico, Attal fu incaricato di guidare un governo ad interim fino alla nomina di un nuovo primo ministro. Lo sviluppo arriva mentre la Francia si prepara a ospitare le Olimpiadi di Parigi, segnando l’inizio di una nuova era politica nel paese.

Le dimissioni di Attal gli permetteranno di sedere come deputato all’Assemblea nazionale, rafforzando la posizione degli alleati centristi di Macron ed evitando un possibile voto di sfiducia. Il governo ad interim guidato da Attal gestirà gli affari correnti in attesa della nomina del successore. Non è stato stabilito un calendario chiaro per la nomina del nuovo primo ministro, lasciando spazio a qualche incertezza sulla futura direzione del governo.

Inoltre, sono state apportate modifiche significative alle leggi sull’immigrazione in Francia. Sei mesi dopo l’adozione di una legge controversa, diversi decreti sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale. Questi decreti impongono agli stranieri che desiderano ottenere un permesso di soggiorno in Francia di rispettare “i principi della Repubblica”, come la libertà individuale, la libertà di espressione, l’uguaglianza dei sessi, la dignità umana, il motto e i simboli della Repubblica, l’integrità territoriale e la laicità .

Il mancato rispetto di questi principi può comportare il rifiuto o la revoca del permesso di soggiorno. Un decreto rafforza inoltre le condizioni per il rifiuto o la cessazione delle condizioni materiali di accoglienza dei richiedenti asilo ed elimina il ricorso amministrativo obbligatorio contro tali decisioni. Inoltre, è stata introdotta una sanzione amministrativa per sanzionare l’assunzione di lavoratori stranieri non autorizzati ed è stata aumentata la frequenza dei check-in giornalieri per le persone agli arresti domiciliari in attesa di espulsione.

Le misure, parte di una più ampia riforma dell’immigrazione, hanno suscitato una forte opposizione da parte della sinistra e degli attivisti per i diritti umani, che hanno definito le leggi “inumane” e “arbitrarie”. Nonostante i parziali respingimenti da parte del Consiglio costituzionale, la legge è stata promulgata nel gennaio 2023, evidenziando così le delicate questioni legate alla questione dell’immigrazione in Francia.

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