Un giovane cittadino israeliano è stato recentemente incriminato per collusione con spie iraniane, hanno annunciato congiuntamente l’Agenzia israeliana per la sicurezza interna (ISA) e la polizia israeliana in una dichiarazione congiunta martedì.
Elimelech Stern, 21 anni, è sospettato di aver portato a termine “missioni” affidate da un utente di social media che si fa chiamare “Anna Elena” in cambio di premi in criptovaluta.
Secondo le autorità, il sospettato era responsabile di aver emesso avvisi pubblici a Tel Aviv, di aver nascosto denaro in varie località di Tel Aviv e Gerusalemme e di aver consegnato pacchi contenenti messaggi minacciosi, inclusa una testa di animale mozzata, alle porte di cittadini israeliani, missioni che avrebbe effettuato.
Inoltre, sarebbe stato responsabile anche dell’incendio di una foresta e di un omicidio, missioni che però non avrebbe portato a termine.
Le autorità di sicurezza sostengono che Stern abbia reclutato e pagato altri due cittadini israeliani per svolgere determinate missioni. Questi due individui sono stati interrogati e rilasciati dalla custodia della polizia in attesa di una decisione sul loro caso, hanno detto le autorità.
I servizi di sicurezza israeliani non hanno rivelato come siano riusciti a collegare il caso ai servizi di intelligence iraniani, dicendo solo che i messaggi di testo ampiamente diffusi contenevano un riferimento al sito web dell’Agenzia per la sicurezza internazionale “Iran”.
Le autorità israeliane sottolineano che l’Iran ha intensificato i suoi sforzi per reclutare cittadini israeliani per missioni, alcune delle quali, apparentemente innocue a prima vista, hanno lo scopo di “danneggiare la resilienza nazionale e gli sforzi bellici di Israele, seminare demoralizzazione e aumentare le divisioni sociali”.
La dichiarazione congiunta dello Shin Bet e della polizia israeliana afferma che “negli ultimi mesi sono stati identificati e monitorati numerosi profili falsificati utilizzati da agenti di sicurezza iraniani e sono state raccolte ampie informazioni sulle persone dietro questi profili”.
“Questi contatti sono stati stabiliti attraverso piattaforme social e siti di lavoro che offrivano incarichi retribuiti, con le attività che si svolgevano su tutte le piattaforme di social media, come Instagram, Telegram, WhatsApp, Facebook e Twitter, presentando false affermazioni per creare un primo contatto. Questo approccio è stato effettuato in varie lingue, tra cui ebraico e inglese.
“Questo metodo di utilizzare i social media come piattaforma per reclutare fraudolentemente israeliani per missioni, anche apparentemente innocue, rappresenta una minaccia reale e accessibile alla sicurezza dello Stato”.
Va notato che la raccolta dei commenti delle autorità iraniane è in attesa da parte della CNN.