In un contesto di crisi senza precedenti, la situazione della sicurezza ad Haiti rimane critica nonostante i recenti annunci del Primo Ministro Gary Conille che invitano le bande criminali a deporre le armi. La capitale, Port-au-Prince, è diventata teatro di una lotta quotidiana per la sopravvivenza di molti residenti, che devono affrontare un’ondata di violenza che continua a crescere.
Secondo le Nazioni Unite il bilancio è allarmante con 2.500 vittime in soli tre mesi, tra cui almeno 82 bambini. Le bande ora controllano circa l’80% della città, seminando terrore e caos nella loro scia. Di fronte a questa situazione preoccupante, il primo ministro Conille fa appello alla ragione chiedendo alle cosche di riconoscere l’autorità dello Stato e di deporre le armi.
Nonostante la promessa della nuova amministrazione di affrontare le molteplici crisi che colpiscono il paese, la situazione rimane tesa. Recentemente Jimmy Cherizier, detto Barbecue, influente capobanda, ha criticato il primo ministro per il suo rifiuto di dialogare con la sua alleanza. Ha chiesto un dialogo nazionale nella speranza di trovare soluzioni per portare pace e stabilità ad Haiti.
Per rafforzare le forze dell’ordine locali, sopraffatte, è stata inviata ad Haiti una missione multinazionale di sostegno alla sicurezza che comprendeva agenti di polizia provenienti da Kenya, Ciad e Benin. Il suo obiettivo è supportare le autorità locali nel ripristino della sicurezza. Le bande hanno recentemente lanciato attacchi coordinati, prendendo il controllo delle stazioni di polizia, attaccando l’aeroporto internazionale e liberando migliaia di prigionieri.
La violenza delle bande ha già avuto conseguenze drammatiche, con centinaia di migliaia di sfollati, soprattutto donne e ragazze. La violenza sessuale è diventata un’arma formidabile nei campi, utilizzata per controllare l’accesso agli aiuti umanitari. Sima Bahous, direttrice esecutiva di UN Women, ha invitato il nuovo governo ad agire rapidamente per porre fine a questa violenza inaccettabile.
Anche se il Primo Ministro Conille afferma che il ripristino della sicurezza è la sua massima priorità, riconosce che il compito sarà lungo e difficile. Ma resta determinato a riprendere il controllo territorio per territorio, con il sostegno delle forze internazionali schierate ad Haiti. La comunità internazionale deve rimanere mobilitata di fronte a questa crisi umanitaria e di sicurezza senza precedenti, al fine di proteggere le popolazioni più vulnerabili e lavorare per una pace duratura ad Haiti.