Fatshimetrie, 21 luglio 2024 – Cresce la preoccupazione per la situazione nel campo profughi “Kanyaruchinya” nel territorio di Nyiragongo, nel Nord Kivu. È stato lanciato un appello urgente per aiuti umanitari a favore degli sfollati di guerra che vivono con disabilità, ricordando la necessità di una solidarietà incrollabile verso le vittime dei conflitti armati più vulnerabili.
La voce di John Muhindo, presidente dell’organizzazione no-profit “Voice of the Disabled for the Empowerment and Development of North Kivu”, risuona potente per sensibilizzare sulla precarietà di queste persone. Di fronte a limitazioni fisiche e sfide quotidiane, lottano per provvedere a se stessi e garantire la sopravvivenza delle loro famiglie. La guerra sconvolse le loro vite, privandoli dei tradizionali mezzi di sussistenza come il cucito, la fabbricazione di scarpe o il commercio ambulante che un tempo costituivano il loro sostentamento.
Da due anni, il campo “Kanyaruchinya” accoglie questi sfollati di guerra, costretti a fuggire dagli scontri mortali tra le Forze Armate della Repubblica Democratica del Congo (FARDC) e la coalizione RDF-M23 nei territori di Rutshuru e Nyiragongo. La loro presenza in questo campo è una toccante testimonianza della tragedia umana che sta dilaniando la regione, lasciando vite distrutte e destini sconvolti.
L’appello lanciato da John Muhindo e dalla sua associazione risuona come un allarme, un appello alla solidarietà e all’azione. È tempo di agire, di andare incontro a queste persone vulnerabili, di offrire loro un sostegno concreto affinché possano riconquistare una parvenza di dignità e autonomia. Compassione ed empatia devono trasformarsi in azioni tangibili, in iniziative concrete volte a migliorare le condizioni di vita di queste vittime della guerra.
In questo periodo di crisi umanitaria, l’urgenza è evidente e la richiesta di aiuto non può rimanere lettera morta. È tempo di mostrare generosità e solidarietà a chi soffre di più, a chi ha bisogno del nostro sostegno per sopravvivere in condizioni estreme. La comunità internazionale, le organizzazioni umanitarie e tutti i cittadini del mondo sono sfidati: non distogliamo lo sguardo, agiamo insieme per aiutare gli sfollati a causa della guerra che vivono con disabilità a “Kanyaruchinya”. La loro sopravvivenza dipende dalla nostra mobilitazione e dal nostro impegno per una causa umanitaria urgente e cruciale.