Nel complesso mondo della politica mediorientale, le specificità delle relazioni tra le diverse fazioni palestinesi sono sempre state attentamente esaminate. Recentemente è apparso un barlume di speranza con la firma di una dichiarazione a Pechino tra le fazioni rivali Hamas e Fatah.
Questa dichiarazione, frutto dei negoziati sponsorizzati dalla Cina, segna un potenziale punto di svolta in un conflitto che dura da anni. Questo è un passo cruciale verso la risoluzione delle profonde divisioni tra i due campi, soprattutto ora che la situazione nella regione di Gaza si sta aggravando.
Tuttavia, è opportuno rimanere cauti riguardo alla reale portata di questa affermazione. I precedenti tentativi di riconciliare Hamas e Fatah sono tutti falliti, lasciando dubbi su una possibile risoluzione definitiva delle loro divergenze.
Nel frattempo, Israele e Hamas stanno valutando una proposta di cessate il fuoco sostenuta a livello internazionale che potrebbe porre fine alla guerra durata nove mesi e liberare dozzine di ostaggi israeliani detenuti da Hamas. Tuttavia, anche dopo la firma di un accordo, il futuro della Gaza postbellica rimane incerto, con Israele che si oppone fermamente a qualsiasi ruolo di Hamas nel governo di Gaza.
Dall’inizio dell’attuale guerra a Gaza, i funzionari di Hamas hanno affermato di non voler riprendere il controllo di Gaza come lo era prima del conflitto. Il gruppo chiede la formazione di un governo di tecnocrati, accettato dalle diverse fazioni palestinesi, per preparare il terreno alle elezioni sia a Gaza che in Cisgiordania, con l’obiettivo di formare un governo unificato.
Secondo i media statali cinesi, la dichiarazione di Pechino, firmata dalle due fazioni palestinesi rivali, così come da altre fazioni politiche, segna un passo verso l’unità palestinese. I dettagli sulla formazione di un governo di consenso rimangono poco chiari, si dice solo che ciò avverrebbe “previo accordo tra le fazioni”.
Fatah e Hamas sono rivali da quando Hamas ha spodestato con la forza le forze fedeli al presidente palestinese Mahmoud Abbas nel 2007, prendendo il controllo dell’impoverita enclave costiera di Gaza. L’Autorità Palestinese, dominata da Fatah e guidata da Abbas, amministra parti della Cisgiordania occupata. È ampiamente percepita dall’opinione pubblica palestinese come corrotta, fuori dal mondo e persino come una subappaltatrice di Israele a causa del loro coordinamento congiunto sulla sicurezza.
Questi recenti sviluppi potrebbero inaugurare una nuova era di cooperazione e stabilità all’interno della leadership palestinese. Resta da vedere come queste promesse di riconciliazione si concretizzeranno sul terreno e influenzeranno la delicata situazione geopolitica della regione.