In un’aula insolita, la scena era carica di tensione e di questioni storiche mentre il Tribunale militare di Kinshasa/Gombe riprendeva l’esame del caso scottante che coinvolge Corneille Nangaa, ex presidente della Commissione corpo elettorale nazionale indipendente (CENI) e figura eminente del movimento politico-militare Alliance Fleuve Congo (AFC), così come altri 24 imputati accusati di crimini di guerra, partecipazione a un movimento insurrezionale e tradimento.
Al centro dei dibattiti c’era Eric Nkuba, conosciuto anche con il soprannome di Malembe, che con sguardo fiducioso ha riconosciuto il suo ruolo di cofondatore dell’AFC. Senza batter ciglio si dichiarò commerciante, lasciando avvolta nel mistero la precisa natura della sua attività commerciale. Interrogato sui suoi presunti legami con la vendita di armi o di aerei, è rimasto in un silenzio enigmatico.
In uno slancio di sincerità, Nkuba ha affermato con sicurezza: “Cornelius Nangaa è un politico. Lo sono anche io. Non sono militare. » Tuttavia, quando è stata sollevata la questione degli incontri in Ruanda per l’espansione dei territori del Nord Kivu, ha ammesso che le discussioni avevano avuto luogo a Rutshuru, a casa del generale Makenga del M23.
I dettagli sulla genesi e gli obiettivi dell’AFC sono arrivati dalla bocca di Eric Nkuba, rivelando le sue origini a Nairobi insieme al ramo politico di Twiraneho e M23, nonché a Corneille Nangaa. “Dopo l’incontro di Rutshuru, siamo andati a Kigali per incontrare i membri di Twiraneho”, ha detto, sottolineando il ruolo centrale di Corneille Nangaa nel coordinamento tra l’M23 e Twiraneho, confermando così la persistenza dell’M23 con le sue forze politiche e militari. ramificazioni.
Interrogato sul presunto sostegno del Ruanda all’M23, Nkuba ha abilmente schivato dichiarando: “A Rutshuru non ho visto nessun ruandese. Ma nelle FARDC si notano elementi ruandesi. Accanto a queste forze sono attive anche le FDLR. »
L’accusa di tradimento contro Nkuba è stata duramente contestata dall’interessato, che ha affermato: “Non ho mai tradito il mio Paese. La mia ambizione è stabilire la vera democrazia. » Di fronte alle domande sull’uso della violenza per rovesciare l’ordine costituito, Nkuba ha sottolineato gli scandali di corruzione e il malgoverno, difendendo l’AFC come vettore del rinnovamento democratico.
Con uno slancio di incrollabile determinazione, Eric Nkuba ha chiarito gli ambiziosi disegni dell’AFC: “Il nostro obiettivo non si limita al Nord Kivu, ma si estende alla conquista dell’intero territorio fino a Kinshasa. Non aspiriamo alla balcanizzazione, ma alla presa del potere a Kinshasa. Goma o Butembo sono solo tappe, la nostra meta è Kinshasa. »
Le scottanti rivelazioni di Eric Nkuba fanno luce sulle profonde aspirazioni dell’AFC e sulle strategie impiegate per realizzarle. Una vicenda complessa, con questioni cruciali che scuotono le fondamenta stesse della stabilità politica.