La verità rivelata: il massacro del campo di Thiaroye nel 1944 e il riconoscimento dei tirailleurs africani

Il giorno in cui venne fuori la verità sul massacro del campo di Thiaroye, in Senegal, nel 1944, segnò una tappa cruciale nella storia di questa oscura vicenda. Il governo francese, con una storica decisione del 28 luglio 2024, ha riconosciuto che sei fucilieri africani, tra cui quattro senegalesi, sono stati deliberatamente giustiziati su ordine di ufficiali dell’esercito francese e sono stati ora riconosciuti come “Morti per la Francia”. Questa rivelazione ha ravvivato il dolore e i ricordi dolorosi nelle famiglie delle vittime, tra cui Biram Senghor, figlio di uno dei fucilieri caduti sul campo d’onore a Thiaroye.

La commovente storia di Biram Senghor, che oggi ha 86 anni, rivela la portata dell’ingiustizia e della crudeltà inflitte a suo padre. Racconta la legittima richiesta di questi soldati di ricevere ciò che gli è dovuto, prima che la barbarie ricada su di loro. L’ordine brutale emanato dai più alti livelli dell’autorità coloniale risuona ancora con una violenza senza precedenti nella storia di questa tragedia. Biram Senghor, dopo decenni di lotta e di resistenza di fronte a un’amministrazione sorda ai suoi appelli, vede in questo riconoscimento un passo verso la giustizia e la riparazione, non solo per la sua stessa famiglia ma per tutte le vittime ingiustamente cadute quel giorno a Thiaroye .

Al di là dell’aspetto personale di questa dichiarazione, Biram Senghor esorta la Francia ad andare oltre nella trasparenza e nella verità pubblicando tutti gli archivi di questo periodo oscuro. Egli mette legittimamente in dubbio le conoscenze delle autorità francesi sul numero delle vite perse durante questo massacro. Una richiesta pressante e legittima per far luce su uno dei capitoli più oscuri della storia coloniale franco-africana.

La reazione a questo storico annuncio nella classe politica senegalese resta misurata, a parte quella di Ousmane Sonko dei Patrioti Africani del Senegal per il Lavoro, l’Etica e la Fraternità (Pastef). L’appello a rivedere i metodi del governo francese di fronte a questi tragici eventi risuona come un grido di giustizia. La richiesta di un’indagine giudiziaria approfondita, di un giusto risarcimento e della riapertura delle fosse comuni rimane al centro delle richieste.

La decisione della Francia di riconoscere i fucilieri africani di Thiaroye come “Morti per la Francia” apre un nuovo capitolo nella storia della memoria collettiva. È un passo verso la riconciliazione, il riconoscimento dei crimini del passato e la costruzione di un futuro più giusto e rispettoso dei diritti umani. Biram Senghor e le famiglie delle vittime vedono in questa dichiarazione l’inizio di una lunga ricerca di verità e giustizia, ricerca essenziale per sanare le ferite ancora aperte della storia.

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